Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un nuovo ordine esecutivo per estendere fino a maggio 2021 il ban imposto alle società cinesi, come, che vieta di fare affari con le società statunitensi, fatta eccezione per quelle che hanno richiesto e ottenuto una licenza speciale. I motivi dell’estensione del divieto sono sempre gli stessi addotti dall’amministrazione Trump sin dall’inizio, ovvero minacce alla sicurezza nazionale derivanti dall’utilizzo di tecnologie cinesi nei servizi di telecomunicazione.
Trump ha firmato il primo ordine esecutivo lo scorso maggio concedendo poi nel corso di questi dodici mesi varie proroghe che hanno permesso a molti operatori telefonici minori statunitensi di continuare a fare affari con le compagnie cinesi. ZTE e soprattutto Huawei sono infatti all’avanguardia per quanto riguarda le infrastrutture telefoniche, che propongono anche a prezzi molto competitivi, particolarmente vantaggiosi pe le compagnie che, non essendo colossi, non possono permettersi di investire di più.
In tutti questi mesi infatti il Dipartimento del Commercio statunitense ha sempre concesso le proroghe ammettendo la necessità di “consentire alle aziende e alle persone di passare a fonti alternative di apparecchiature, software e tecnologia non prodotti da Huawei o dalle sue affiliate” senza dover interrompere i servizi erogati, soprattutto nelle aree rurali del Paese, essenziali ora più che mai.
Al momento non sono ancora chiare le intenzioni del governo, che si trova in una posizione di forte svantaggio tecnologico, visto che il Paese ancora non è attrezzato per il passaggio alle reti 5G di nuova generazione. Paradossalmente infatti questo ban sembra penalizzare più gli stessi Stati Uniti che le aziende cinesi, con Huawei in testa. Quest’ultima infatti come noto può utilizzare il sistema operativo Android sui propri smartphone in quanto quest’ultimo è open source, ma non può avvantaggiarsi dei servizi Google, che sono invece proprietari. Tuttavia, in meno di un anno, il colosso di Shenzen è riuscito a sviluppare molte app proprie e anche un market digitale alternativo a Google Play, portandolo in breve tempo in terza posizione per numero di download, dietro solo alle soluzioni Apple e Google.