La fumata bianca è arrivata al termine dell’ennesima giornata convulsa, fatta di trattative e confronti tra governo e regioni, che a sera hanno trovato l’accordo sulle linee guida contenute nel documento presentato dai governatori in vista delle riaperture previste da lunedì 18 maggio. Adesso il testo passa in Consiglio dei Ministri, dove sul tavolo c’è anche il decreto quadro, rivisto insieme ai ministri e modificato rispetto al testo circolato in mattinata. Un documento che il premier Giuseppe Conte vorrebbe approvare oggi, in cui vengono fissati i principi generali della Fase ‘2b’ e che sarà seguito da un dpcm più dettagliato (che dovrebbe arrivare nelle prossime ore). Nel frattempo, fonti di Governo rivelano anche che dal 3 giugno riapriranno le frontiere italiane a tutti i cittadini Ue senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione. In attesa della conferma, di certo c’è l’accordo con le Regioni per le linee guida che regoleranno la vera ripartenza. Che sarà comunque condizionata dall’andamento dell’epidemia. Conte, del resto, lo ha detto chiaramente: “Se salgono i contagi il governo interverrà subito con misure restrittive” a cui le Regioni non potranno opporsi. Libere di allentare la stretta, dunque, se i contagi dovessero scendere, ma altrimenti il governo non resterà a guardare.
Conte: “Collaborazione portentosa tra istituzioni” – Secondo le agenzie di stampa, il premier Conte ha parlato di “collaborazione portentosa tra istituzioni“, anche se le stesse fonti hanno rilevato che è stato proprio il presidente del Consiglio a sbloccare l’impasse tra Regioni, divise tra chi chiedeva linee guida territoriali e chi invece confidava in un format unitario, uguale da un estremo all’altro del Paese. La svolta è arrivata con l’invito ai governatori a proporre un testo unico e valido per tutte le regioni, senza distinzioni. In questo modo l’esecutivo ha potuto recepire un unico testo validato e conforme alle linee guida previste dal governo per il secondo step della fase due di uscita dal lockdown. Facendo un passo indietro, in giornata lo strappo tra i governatori si era consumato sulla posizione di Attilio Fontana: la Lombardia e i Comuni si erano infatti schierati sulla stessa linea del governo nel chiedere regole uniformi per tutti. L’obiettivo dell’esecutivo è evitare una babele di ordinanza disomogenee che creerebbero disparità e tradirebbero – appunto – le indicazioni sul distanziamento sociale fornite dall’Inail. Contrari a linee guida uniche invece i presidenti Luca Zaia – tra i più agguerriti – Stefano Bonaccini, Michele Emiliano, nonché il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.
Il decreto quadro all’esame del Consiglio dei ministri – Nel Cdm, come detto, dovrà anche essere approvato il decreto quadro composto da tre articoli: è prevista la riapertura dei confini regionali dal 3 giugno e la possibilità di restrizioni territoriali in base al quadro epidemiologico. Anche questo un punto contestato da alcune Regioni del Nord che vorrebbero deroghe sui propri confini. Dovrebbe invece slittare l’ok definitivo al Dpcm con le misure più specifiche in vista di lunedì 18 maggio che Conte puntava a chiudere già oggi. Quest’ultimo è un passaggio cruciale in vista della Fase 2b, in attesa dei dati epidemiologici in arrivo dai territori, alcuni dei quali in ritardo sul monitoraggio, perché il Dpcm dovrà disciplinare chi, dove e soprattutto come si rialzeranno le saracinesche. Sempre in giornata, il premier Conte ha firmato il protocollo d’intesa con le confessioni religiose diverse da quella cattolica per la ripresa delle funzioni da lunedì prossimo. Tra le comunità presenti quella ebraica, buddhista, islamica, avventista, induista: insieme alle chiese, riapriranno anche sinagoghe e moschee.
Le critiche alle linee guida – Il fronte dei governatori è rimasto compatto nel contestare alcune delle linee guida presentate da Inail e Iss: un esempio su tutti è quello dei 4 metri quadrati previsti per i clienti di bar e ristoranti, giudicati eccessivi. Tra le richieste avanzate al governo c’è quindi quella di cancellare ogni forma di ambiguità sulle responsabilità penali per chi voglia derogare alle linee guida Inail e Iss, con indicazioni considerate anche dall’esecutivo stesso, su alcuni aspetti, talvolta eccessive.
Le reazioni dei governatori – “Dopo una giornata di pressante e stressante lavoro, ne siamo venuto a capo. C’è un’accettazione e una condivisione del protocollo messo a punto dalle Regioni, ora il premier Giuseppe Conte porterà questa intesa in Cdm, un’intesa che ci permette di essere operativi e ci mette subito nelle condizione di aprire da lunedì”, ha annunciato Zaia. “Una buona notizia, il premier Conte ha recepito le linee guida delle Regioni. Un passo avanti decisivo e importante per arrivare finalmente lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive” ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il numero uno lombardo ha poi annunciato che “domani adotteremo provvedimenti che garantiranno la ‘ripartenza’ in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchieri e altre attività in Lombardia e nel resto d’Italia. Tutti lo dovranno fare utilizzando il buon senso e rispettando le regole per garantire la salute pubblica“. “La collaborazione istituzionale sta portando a costruire un decreto legge che risponde alle esigenze dei territori – ha detto invece il governatore dell’emilia Romagna Stefano Bonaccini – e a un accordo che si basa sull’applicazione delle linee guida omogenee formulate dalle Regioni per una riapertura sicura delle attività economiche fin qui sospese”,
La corsa alle riaperture – Dal 18 maggio la palla passerà appunto nelle mani dei presidenti delle Regioni, che annunciano già passi più spinti nei territori dove la curva del contagio sembra piegarsi in maniera rapida. Negozi, parrucchieri, estetisti, ristoranti, bar in alcuni casi anche spiagge e asili nido: c’è chi è pronto a riaprire tutto da lunedì.
La mobilità tra regioni e frontiere aperte dal 3 giugno – Sulla mobilità tra regioni, ultimo residuato del lockdown, il governo tiene il punto: se ne parlerà il 3 giugno e potranno essere imposte limitazioni “in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”, si legge nella bozza. Ma anche su questo alcuni territori sono pronti ad aggirare Roma con accordi bilaterali: il Veneto, per esempio, è pronto a dare il via libera in accordo con Friuli Venezia Giulia e Trentino al passaggio tra le province di confine già da lunedì. “Si potranno visitare i congiunti, vista l’esigenza manifestata da numerosi cittadini”, hanno annunciato Zaia e Fedriga in una lettera. E sempre dal 3 giugno, sostengono fonti di governo, riapriranno le frontiere italiane a tutti i cittadini Ue senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione.