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di Andrea Taffi

Sono contento che, con il decreto Rilancio, il governo abbia deciso di regolarizzare tutti quei lavoratori extracomunitari impiegati nei campi nella raccolta di frutta e verdura. Sono contento che la ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova, nel dare l’annuncio durante la conferenza stampa, si sia commossa e che abbia avuto la forza e il coraggio di definire quei lavoratori come invisibili, che il decreto del Governo ha (finalmente) reso meno invisibili.

Sono un po’ meno contento, invece, che tutto questo sia stato fatto solo adesso, solo perché l’emergenza da coronavirus ha reso impossibile allo Stato italiano di far finta di niente, di non vedere quei lavoratori, che adesso si ha anche il coraggio di definire schiavi.

Di quei lavoratori c’è sempre stato bisogno per far giungere sulle nostre tavole frutta e verdura, eppure (a me questo sembra) era come se i nostri governanti (gli attuali, quelli di prima e di prima ancora) pensassero che quei prodotti della terra giungessero da soli dentro ai nostri piatti.

Evidentemente non era così, ma lo Stato italiano poteva permettersi di crederlo, di fare finta di niente, perché nessuno poteva nemmeno pensare di andare sui quei campi e bloccare quella forma di moderna schiavitù, che oggi, in tempo di coronavirus, si ha il coraggio di riconoscere.

Quando l’emergenza da Covid-19 ha giustificato il blocco di quei lavoratori e, di conseguenza, si è palesata l’emergenza economica e sociale che ne sarebbe derivata, ossia il blocco della raccolta e della successiva commercializzazione dei prodotti della terra, gli invisibili sono improvvisamente diventati visibili.

Visibili e udibili; sì, perché le loro sacrosante proteste di sfruttamento sono state inevitabilmente sentite e ascoltate. Non si poteva fare diversamente, ed è stato giusto così, visto che c’erano in ballo anche questioni sanitarie e sociali.

Io non la penso come Salvini, e per me la commozione della ministra Bellanova è lontano mille miglia da quella della Fornero, alla quale il leader della Lega l’ha subito e banalmente paragonata. Tuttavia, avrei tanto voluto vedere sgorgare quella commozione prima, molto prima di quando l’ho vista, da parte della stessa ministra o di qualche altro del suo partito o di quella sana sinistra alla quale la Bellanova rivendica appartenenza.

Meglio tardi che mai, ma adesso, fatti comparire gli invisibili, trasformati quelli in lavoratori con diritti e dignità, si abbia anche la forza, il coraggio di combattere gli schiavisti, di annientare il caporalato, di impedire lo sfruttamento a danno di lavoratori, stranieri o italiani che siano. Si abbia la forza e il coraggio di fare in modo che questi lavoratori non vivano più in baraccopoli ai margini dei campi di lavoro e dell’Italia.

Il decreto Rilancio ci ha finalmente aperto gli occhi, adesso evitiamo di richiuderli, quegli occhi, anche quando il coronavirus non ci sarà più.

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