Nel 2015 cade dalla finestra della camera durante una gita scolastica all’Expo a Milano ma per i giudici gli insegnanti non hanno nessuna colpa perché non possono vigilare su tutto quello che accade di notte nelle stanze dei ragazzi. Dopo cinque anni dall’incidente il tribunale di Firenze con la sentenza numero 1038 ha stabilito che i docenti non hanno avuto alcuna responsabilità e quindi il ministero dell’Istruzione non dovrà risarcire la famiglia. Una vicenda che vede da una parte la scuola che ritiene di aver “adempiuto agli obblighi di vigilanza e controllo”; dall’altra i genitori del ragazzo che accusano i docenti di aver lasciato soli i ragazzi all’esposizione e di non averli controllati nelle stanze dell’albergo.

Tutto è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 ottobre 2015 all’hotel “Campus Living” di Milano. Vittima del tragico incidente: Elia Barbetti, un 17enne di Cecina, frequentante la classe quarta dell’istituto scolastico “Fermi” di Cecina. Una gita come tante altre: 49 studenti accompagnati da tre professori. Partenza alle 6 del mattino. Durante il viaggio – raccontano i compagni – Elia dorme fino all’ora della sosta. Quando si fermano per una pausa scendono tutti, anche Elia “che non consuma alcuna bevanda alcolica”, cita la sentenza. Elia quel giorno è solare, scherzoso come sempre. Alle 11,30 la comitiva arriva a Milano e per le 13,30 entra all’Expo. A quel punto i ragazzi vengono lasciati liberi dai docenti di girare liberamente nell’esposizione “a patto di stare costantemente in contatto tra di loro e con il corpo docente grazie a un gruppo Whatsapp appositamente creato” per l’occasione.

E’ lì che Elia, secondo le testimonianze raccolte, consuma bevande alcoliche. Gli studenti bevono ma non si ubriacano tant’è che quando si incontrano con gli insegnanti alle 18, quest’ultimi non si accorgono di nulla. Alle 22,45 tornano tutti in hotel: Elia prende possesso della sua stanza, una camera che condivide con altri tre ragazzi. Anche i professori si organizzano: ciascuno su un piano “al fine di controllare che gli studenti rispettino il silenzio notturno e non si rechino presso stanze diverse rispetto a quelle loro rispettivamente assegnate”. Durante la serata, però, Elia e i suoi compagni consumato stupefacenti in stanza. I ragazzi si sono organizzati: hanno comprato a Cecina tre grammi con una colletta pagando ciascuno la somma di 10 euro.

Secondo la sentenza “fumano quattro spinelli a turno utilizzando in totale circa la metà della sostanza acquistata, tanto che l’altra metà veniva sequestrata la mattina successiva dalla Polizia di Stato”. Tutto cambia verso l’una: Elia “da allegro diventa cupo e silenzioso, tanto che si mette a letto perché “preso male”. Alla 1,30, raccontano i testimoni, si fanno un ultimo spinello. Elia però diventa aggressivo, litiga con i compagni che decidono verso le due di notte di andare a letto. “Alle 4.06 – cita il provvedimento del giudice – le videoriprese del sistema di sorveglianza di un’impresa limitrofa all’hotel mostrano la sagoma di Elia nella fase finale della precipitazione a terra. Elia muore e il suo corpo viene ritrovato intorno alle ore 5.30 da una guardia giurata che sta eseguendo un’ispezione di routine”.

Scattano le indagini. Secondo la perizia tossicologica Elia non ha bevuto quella notte e “le concentrazioni ematiche di cannabinoide riscontrate sono di gran lunga inferiori a quelle ritenute dalla comunità scientifica idonee a produrre effetti psicoattivi”. Il Gip di Milano archivia il caso, ritenendo che la caduta è stata stata causata da un gesto volontario del ragazzo ma i familiari intentano una causa civile contro il Miur per vedere accertata la responsabilità civile degli insegnanti per omesso controllo dei ragazzi. Un ricorso rigettato dal giudice Fiorenzo Zazzeri che nella sentenza scrive: “La scelta di lasciare i ragazzi liberi di intraprendere in autonomia il percorso fieristico non sembra inadeguata, avuto riguardo alle caratteristiche soggettive e alla maturità psicosifica degli studenti, tutti maggiorenni o prossimi, come Elia, alla maggiore età e tutti di conseguenza abituati a muoversi normalmente in libertà. Tale scelta non sembra inadeguata neanche in considerazione del particolare luogo all’interno del quale gli studenti sono stati lasciati liberi di muoversi, trattandosi comunque di un ambiente circoscritto e protetto, in cui i medesimi erano rintracciabili, e quindi controllabili, con –relativa – facilità dai docenti, i quali infatti, come risulta dalle testimonianze raccolte, più volte hanno incontrato i ragazzi visitando gli stand”.

E in merito alla consumazione dell’alcool il giudice scrive: “Vi è inoltre da evidenziare che la somministrazione di alcol a Elia è stata effettuata in violazione del divieto di servire alcol ai minorenni, che viceversa il corpo docente poteva legittimamente aspettarsi venisse rispettato dagli esercenti”. Nessuna colpa nemmeno per quanto riguarda il consumo di stupefacenti: “Durante la gita scolastica, la sostanza è rimasta occultata negli effetti personali di uno degli studenti; il consumo della stessa è avvenuto in orario notturno e all’interno della camera di hotel. E’ quindi evidente che il fatto non sia attribuibile a inadempimenti agli obblighi di sorveglianza del personale docente, il quale, da un lato, è privo di poteri ispettivi o di perquisizione personale, dall’altro non può controllare costantemente ogni accadimento di ogni singola stanza in cui alloggiano gli studenti”.

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