In un'intervista a Repubblica, il membro del comitato scientifico lancia un appello agli italiani: "Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione"
Le riaperture non significano un’uscita dall’epidemia e il pericolo di una seconda ondata rimane alto. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e membro del comitato tecnico scientifico, lancia un appello alla responsabilità diretto agli italiani. In un’intervista a Repubblica, il direttore dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive spiega che “adesso bisogna fare attenzione alla seconda ondata. Tante riaperture tutte insieme portano con sé il rischio che l’epidemia riparta“.
Per far sì che questo non accada, è necessario continuare a rispettare le misure di prevenzione, in particolar modo il distanziamento sociale e l’uso di mascherine e guanti: “Più persone in giro, più contatti sui mezzi pubblici e nei negozi rendono fondamentale il rispetto delle misure di prevenzione – continua – Altrimenti, nel giro di poco tempo ci troveremo a chiudere di nuovo tutto”.
Anche lui, come sottolineato nella conferenza stampa di sabato sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolinea l’importanza del monitoraggio dei dati per permettere alle autorità, in caso di una nuova crescita dei contagi, di intervenire per evitare una nuova emergenza: “Dobbiamo avere ben chiaro che è fondamentale il monitoraggio della situazione- dice – I dati devono essere affidabili, tempestivi e disponibili per tutti con il massimo livello di dettaglio. Qualsiasi abbassamento delle misure deve andare di pari passo con l’aumento della responsabilità”.
Sul fatto che l’accordo Governo-Regioni abbia rivisto ‘al ribasso’ il protocollo di sicurezza redatto dall’Inail, con le distanze che, ad esempio, sono diminuite a un metro anche all’interno dei locali, il direttore dice che “spesso è necessario che le misure siano semplici e adottabili. La logica delle misure è di un distanziamento minimo di un metro, resta quindi sempre la stessa e deve essere applicata nelle diverse realtà”. E, da tecnico, sostiene che sia giusto che in questa fase la politica italiana, “che si è distinta per aver dato molto ascolto ai tecnici”, si assuma la responsabilità delle scelte e abbia quindi l’ultima parola.