Televisione

Eurovision, Shine A Light nel caos: clip troppo veloci e commenti infiniti di Flavio Insinna e Federico Russo. Splende Diodato, che incanta all’Arena di Verona

Nelle (buone) intenzioni lo show era un modo per celebrare i 41 partecipanti del contest saltato, causa pandemia. Ma nella realtà, le clip corte e veloci hanno creato il caos. Nello show italiano, le voci di Flavio Insinna e Federico Russo hanno coperto la quasi totalità delle esibizioni, scatenando la rivolta sui social: e tra le lamentele gli ascolti si fermano all'11% di share. Prossima edizione riconfermata a Rotterdam

di Andrea Conti

Era giusto e sacrosanto omaggiare i 41 cantanti che avrebbero dovuto partecipare a Rotterdam all’edizione 2020 di Eurovision Song Contest, ma nella resa finale qualcosa è andato storto. Lo show Shine A Light, andato lo stesso in onda dall’Olanda, aveva una struttura semplice: 20 secondi di presentazione dell’artista, 30 secondi di esibizione live o videoclip, 20 secondi di saluti. Nella resa finale però il ritmo si è rivelato concitato, confusionario, poco lineare nonostante ci fossero ben tre presentatori a fare da collante alla scaletta, che prevedeva anche i cantanti del passato di Eurovision e qualche omaggio musicale, a ricordarci il momento difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia.

Se la versione “originale” dello show ha mostrato diverse debolezze, sul versante italiano le cose non sono andate meglio, anzi. Flavio Insinna e Federico Russo anche quest’anno hanno commentato le esibizioni e i protagonisti Eurovision, con una formula diversa per Shine A Light. Erano molto più presenti, anche fisicamente. Il problema è che i due conduttori hanno voluto strafare e spesso hanno parlato sopra le clip, senza lasciar spazio alle esibizioni. Il segmento italiano dello spettacolo è durato anche mezz’ora in più rispetto alla versione originale inglese, che prevedeva due ore di show.

Ci sono stati diversi collegamenti nelle case di Mahmood, Francesca Michielin, Al Bano (era giorno, quindi molti contributi sono stati registrati), Ermal Meta con Fabrizio Moro, Francesco Gabbani e Il Volo. Poi ampio spazio a Diodato con la sua Fai rumore che ancora una volta ha incantato risuonando tra le mura antiche dell’Arena di Verona. Il cantante ha eseguito il brano vincitore di Sanremo 2020, ancora una volta nella convinzione generale che avrebbe potuto vincere Eurovision Song Contest. Il suo brano, infatti, era molto amato anche dagli altri Paesi europei. Poi il cantautore ha omaggiato Domenico Modugno con l’evergreen Nel blu dipinto di blu – Volare. La clip dell’Arena di Verona è stata mandata in onda due volte. Insomma il giusto omaggio a un artista che ha illuminato una serata, avvolta nel caos totale, che alla fine ha totalizzato 2.763.000 spettatori pari all’11% di share.

Per rendere lo spettacolo più godibile sarebbe bastato un minuto di esibizione in acustico dell’artista, in una location a scelta al chiuso o all’aperto, meno chiacchiere, meno clip e più spazio alla musica. In ogni caso è stato solo un esperimento, dal prossimo anno si torna ai fasti del grande show internazionale, quale è Eurovision. Confermata dall’organizzazione, a fine serata, come location Rotterdam anche per il 2021, per recuperare l’edizione saltata di quest’anno. Non si sa ancora che ne sarà di Diodato, quando ci sono Paesi che hanno già riconfermato l’artista prescelto per il 2020 come San Marino con Senhit. Ci sarà da capire se Diodato se la vedrà in una sorta di ballottaggio con il vincitore di Sanremo 2021. È una ipotesi che stuzzica la Rai. Manca ancora un po’ di tempo per svelare l’arcano mistero.

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