Prenotazioni, mascherine e dispositivi di sicurezza personale necessari per poter accedere, termoscanner per misurare la temperatura agli ingressi, ingressi contingentati. Per le biblioteche italiane, dalle 46 strutture pubbliche statali, passando per quelle comunali e territoriali, fino alleprivate, scatterà lunedì 18 maggio l’ora della fase 2, così come aveva annunciato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini qualche settimana fa. Ma, almeno per qualche tempo, i servizi saranno ridotti al minimo essenziale: prestiti locali, restituzioni di libri, informazioni e poco altro. Con le sale di consultazione che resteranno per un po’ ancora chiuse al pubblico. Tra le prime ad aprire ci sarà la Biblioteca nazionale centrale di Roma, che ha predisposto le misure di sicurezza per una riapertura graduale. Così come alcune biblioteche pubbliche statali, dall’universitaria (e di conservazione) Alessandrina alla biblioteca Vallicelliana. Ma in tutta la penisola, da Bologna a Catania, passando per Firenze e Napoli, molte biblioteche sono pronte o quasi per provare a ripartire.
Certo, non tutte riusciranno a riaprire subito: “Sono oltre 13mila quelle censite, molte hanno problemi di sedi e di personale. Una situazione aggravata dall’emergenza Covid-19. C’è chi dovrà attendere ancora, altre rischiano di scomparire”, spiega a ilFattoquotidiano.itRosa Maiello, presidente dell’Associazione italiana biblioteche. Perché, soprattutto per le più piccole, rispettare le linee guida delle istituzioni sanitarie e del governo sarà impossibile.
“Per i primi tempi dovremo rinunciare a diverse strutture. A Roma ripartiremo riaprendo una dozzina (su più di 40) di biblioteche, con l’indicazione di coprire ogni quartiere. Perché in molti casi sarebbe difficile rispettare il distanziamento sociale. Senza contare che dobbiamo tutelare il personale, spesso avanti con l’età, e che proseguono ancora i tavoli con i sindacati”, spiega Fiorella Farinelli, del Consiglio d’amministrazione dell’Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali (ISBCC) del comune di Roma. Anche perché, rivelano alcuni responsabili delle strutture capitoline, “la situazione è ancora in bilico”, così come “devono essere ultimati i lavori di sanificazione e di montaggio dei divisori di plastica“. Tradotto, la riapertura è ancora un cantiere aperto. E anche chi ci riuscirà, grazie a lavori partiti per tempo, annullerà per le prime settimane quasi tutte le attività in presenza, per evitare rischi. “Saremo aperti per il prestito locale e le restituzioni, soltanto con ingressi contingentati”, spiega Daniela Fugaro, direttrice della Biblioteca Universitaria Alessandrina, storica biblioteca romana fondata nel 1667 da Papa Alessandro VII, oggi alle spalle del Rettorato, nel cuore della città universitaria de “La Sapienza”. “Le line guida ministeriali? Per noi attuabili, anche se abbiamo la fortuna di disporre di spazi ampi che ci permetteranno di non avere difficoltà con lo stoccaggio dei libri”.
Questo perché, tra le linea guida ministeriali, ci sono anche quelle che riguardano la quarantena dei volumi prestati e riconsegnati, che dovranno restare ‘isolati’ per 10 giorni, prima di tornare sugli scaffali e poter essere di nuovo disponibili. Il motivo? Evitare la diffusione del virus, di fronte al rischio che questo possa sopravvivere sulle superfici dei volumi per un determinato periodo di tempo. “Questo significherà che per diversi giorni molti libri richiesti non saranno nell’immediata disponibilità”, spiegano quindi dall’Associazione italiana biblioteche. Misure con le quali anche i lettori dovranno fare i conti. Eppure, al di là delle difficoltà, c’è voglia di voltare pagina: “Una volta che vengono rispettati sia il distanziamento che le norme sanitarie, mi sembra giusto poter guardare avanti: è l’ora di tornare a far circolare i saperi e le idee”, spiega Fugaro. Perché, al di là delle iniziative in streaming e delle dirette social realizzate durante le settimane di lockdown, “adesso serve tornare nelle biblioteche in carne e ossa”, sottolinea pure Paola Paesano, direttrice della Vallicelliana. Ma c’è anche chi, aspettando ancora qualche giorno, si affiderà ancora al digitale: “Apriremo nei primi giorni di giugno, ma da remoto il nostro pubblico potrà restare ancora attivo. Faremo una riapertura virtuale in diretta del nostro Salone monumentale, poco prima che inizino pure i lavori di restauro”, sottolinea Lucia Marchi, direttrice della Casanatense, altra storica biblioteca pubblica della Capitale. In attesa che, anche per lettori e biblioteche, si possa tornare a organizzare conferenze, mostre, concerti. In pratica, alla normalità.