In una lunga lettera, nella quale chiede "fiducia e responsabilità" ai cittadini, il premier è realista: "Sappiamo che anche gli ultimi decreti legge non potranno essere la soluzione per tutti i problemi economici e sociali che stiamo vivendo". Ma assicura che le difficoltà dei cittadini saranno affrontate "una per una" dall'esecutivo. Confcommercio: "Ad aprile consumi giù del 47%, quasi azzerati turismo e ristoranti. Serve meno burocrazia"
Il governo “non è sordo alle tante difficoltà” ed è “al lavoro giorno notte per fare ancora di più e meglio”. Nel giorno della grande riapertura dopo un lockdown che in alcune aree del Paese è durato oltre due mesi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte affida il suo messaggio al quotidiano Leggo.
In una lunga lettera, nella quale chiede “fiducia e responsabilità” ai cittadini, il premier è realista: “Sappiamo che anche gli ultimi decreti legge non potranno essere la soluzione per tutti i problemi economici e sociali che stiamo vivendo”. Ma assicura che le difficoltà dei cittadini saranno affrontate “una per una” dall’esecutivo “assumendosi tutte le proprie responsabilità” nella consapevolezza che tante persone “sono rimaste senza lavoro e senza uno stipendio”. Sotto il profilo economico, lo dice chiaramente, “saranno mesi molto duri e complessi, non dobbiamo nascondercelo. Come ho già detto più volte, stiamo affrontando la prova più dura dal Dopoguerra”. Ma, sostiene,”stiamo facendo l’impossibile per venire incontro in tempi ancora più rapidi alle esigenze di tutti”.
Oggi possono riaprire circa 800mila imprese e l’Italia, dice Conte, “impara di nuovo a camminare”. Ma il completo lockdown di aprile – fa di calcolo Confcommercio – “ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la Seconda guerra mondiale”. Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, infatti, dopo la flessione del 30,1% di marzo, nel mese scorso i consumi sono crollati, rispetto ad aprile 2019, del 47,6% con una domanda “quasi azzerata per turismo e ristorazione”. E sulla ripresa, aggiunge, aleggia l’ombra dell’incertezza: “L’eccesso di burocrazia, male endemico di cui soffre il nostro Paese, ha presentato il suo conto anche durante la pandemia e nella quale anche l’efficacia dei provvedimenti messi in cantiere dalle autorità nazionali e internazionali rimane un’ulteriore incognita”.
Dal canto suo, Conte rivendica che con il decreto Rilancio sono state introdotte “nuove significative misure economiche attraverso cui rafforziamo ulteriormente il sostegno per i lavoratori, potenziando la cassa integrazione e il bonus per gli autonomi che, attraverso due tranches, potrà arrivare anche a 1.600 euro”. E a proposito di lentezze burocratiche puntualizza: “Stiamo facendo in modo che questi aiuti arrivino a tutti e in maniera più veloce di quanto sia accaduto sino ad oggi”. Una frase che sembra guarda anche oltre gli ultimi decreti che, come sostenuto domenica da Romano Prodi, è “ottimistico” pensare che siano risolutivi. Secondo l’ex presidente del Consiglio e numero uno della Commissione Ue, “il problema in certi casi non è il bilancino, ma la reazione a breve e i progetti a lungo termine per tirarci fuori”. Lo Stato, ha aggiunto, “deve ricominciare a spendere subito, con investimenti in opere pubbliche. Qualcuno dirà ‘soldi a pioggia’, beh in certi casi se ‘piove’ è un bene”.
Il premier assicura che il governo è vicino “ai tanti cittadini in difficoltà troppo spesso invisibili, ai nostri giovani” e “alle famiglie che si sono rivelate uno straordinario ammortizzatore sociale”. “Nei momenti di crisi – conclude – tornare alla normalità è un po’ come imparare di nuovo a camminare” e in questo processo “lo Stato conta di esserci per rimuovere e superare gli ostacoli. Un passo alla volta, con prudenza e attenzione, in modo da evitare di cadere e tornare indietro. L’Italia tornerà a correre”.