Le chiusure hanno riguardato la zona centro occidentale del Paese (colpiti i dipartimenti della Charente e della Dordogna), le città di Mans, Tolosa e Roubaix. Secondo BfmTv, domenica 17 maggio è stata chiusa una scuola anche a Nizza. Il ministro Blanquer: "Il virus probabilmente contratto prima della fine del lockdown". E ha garantito che il piano di riaperture progressive degli istituti scolastici non sarà fermato
Una settimana dopo la riapertura progressiva delle scuole e la fine del lockdown, la Francia ha dovuto chiudere 70 istituti per la presenza di casi di covid-19. La conferma è arrivata dal ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer che, intervistato da Rtl, ha però ribadito l’intenzione di continuare con il piano di rientro graduale degli alunni: “Questo dimostra il fatto che siamo rigorosi”, ha dichiarato. “E’ frutto della continua prudenza e dell’applicazione dei controlli sanitari. Sono probabilmente casi contratti prima di tornare a scuola, all’uscita dal confinamento”. Per Blanquer le conseguenze della mancata frequenza della scuola “sono molto più gravi”. I bambini, ha sostenuto, “non devono essere vittime collaterali delle misure sanitarie”. Le conseguenze possono essere “psicologiche e alimentari fino all’abbandono scolastico”. E ha concluso: “Questo fenomeno è la mia prima preoccupazione”.
Le chiusure hanno riguardato la zona centro occidentale del Paese (colpiti il dipartimento della Charente e della Dordogna), le città di Mans e Tolosa. Secondo BfmTv, domenica 17 maggio è stata chiusa una scuola anche a Nizza. Proprio questa mattina, sono state sospese le lezioni in sette istituti a Roubaix, città nel nord della Francia, a “titolo di precauzione” per un caso di covid-19 tra gli alunni. “L’agenzia regionale della Salute procede alle indagini per identificare le persone che possono essere state a contatto ravvicinato con il malato”, si legge in una dichiarazione. “L’alunno è stato potenzialmente in contatto con alunni accolti nelle scuole della città, pertanto il sindaco ha deciso a titolo di precauzione la chiusura temporanea di sei scuole, si legge ancora. Una settima scuola, privata, ha deciso di seguire anch’essa la misura di precauzione”.
Dopo che l’11 maggio scorso sono rientrati a scuola gli studenti delle scuole primarie, oggi secondo il ministero la riapertura ha riguardato circa 185mila alunni delle quinte e seste (collège, ovvero la scuola media italiana) dei dipartimenti considerati in zona verde (ovvero con un numero di contagi limitati). Secondo il ministro Blanquer, il 90 per cento dei comuni è riuscito a riaprire le scuole, ma il 70% delle scuole continuano l’attività a distanza. Il rientro è infatti su base volontaria. La decisione del governo francese di far ripartire le scuole in contemporanea con l’inizio della fase 2 dell’emergenza ha creato molte polemiche. Tra le regole per rimettere in moto le scuole, lavarsi le mani a ripetizione, mascherina obbligatoria per gli insegnanti, rispetto permanente del distanziamento sociale, limitazione del numero di alunni per classe. Secondo i sindacati, il rientro è prematuro e mancano misure idonee per permettere lo svolgimento delle lezioni in sicurezza.