Google ha annunciato di essere a lavoro per bloccare sul proprio browser tutti quegli annunci pubblicitari online che consumano una quantità eccessiva di risorse, rallentando o comunque peggiorando l’esperienza di navigazione. La società ha condotto delle ricerche utilizzando Chromium, la piattaforma su cui sono basati numerosi browser, tra cui Chrome e l’ultima versione di Microsoft Edge, scoprendo che sono sempre più numerosi gli annunci pubblicitari potenzialmente dannosi per i computer degli utenti.
Oltre a coloro i quali propongono agli utenti una pubblicità corretta, ci sono molti altri che tentano di guadagnare ulteriormente sfruttando le macchine dei consumatori. Alcuni pensano che questa pratica serva per generare bitcoin o altre criptovalute, senza però l’autorizzazione degli utenti. Questo causa un enorme consumo di CPU, batteria e traffico dati.
“Di recente abbiamo scoperto che una frazione di una percentuale degli annunci consuma una quota sproporzionata di risorse del dispositivo, come il monte dati e l’autonomia della batteria, senza che l’utente ne sia a conoscenza. Questi annunci (come quelli che estraggono la criptovaluta, sono programmati male o non sono ottimizzati per l’utilizzo della rete), possono ridurre la durata della batteria, saturare reti già in difficoltà e costare denaro”, si legge nel documento pubblicato sul blog ufficiale.
Google, per eliminare, almeno in parte, questo problema, ha deciso di fissare una soglia massima di uso delle risorse (4 MB di traffico dati e 15 secondi di CPU). Superato questo limite, gli annunci saranno bloccati e i consumatori troveranno uno specifico messaggio.
“Intendiamo sperimentare questa soluzione nei prossimi mesi per poi introdurla sulla versione stabile di Chrome verso la fine di agosto. Il nostro intento con questo lancio esteso è quello di dare il tempo appropriato ai creatori di annunci e ai fornitori di strumenti per preparare e integrare queste soglie nei loro flussi di lavoro. Con queste modifiche, Chrome continuerà a garantire che le persone abbiano buone esperienze di navigazione sia sullo schermo che dietro le quinte”, conclude poi il documento.