4. Tra i Joy Division e gli altri gruppi di Manchester non correva buon sangue. Gli unici con i quali esisteva un certo feeling erano i Buzzcocks. Curtis e soci erano ritenuti – in ambito – arroganti e indisponenti. In verità la band con quell’atteggiamento tentava solamente di dissimulare le proprie incertezze, rigettate sopra la figura del cantante, il quale si rimproverava di non essere sufficientemente scaltro e nemmeno pronto a lottare per ottenere il meritato riconoscimento. Parliamo di una scena fortemente competitiva e nonostante il fermento musicale fosse realmente tangibile, erano poche le situazioni live a disposizione in città: per suonare bisognava combattere.

5. Con Ian Curtis e i Joy Division da oggi riuscirò a dare un senso definitivo a questo blog: le playlist, da ora in poi saranno ascoltate e viste, in connessione al post. Forse una nuova evoluzione attende questo spazio attivi sin dal 2011? La mia attività di dj è stata, in questo periodo, inevitabilmente azzerata; molti selectioner si sono ritagliati uno spazio sul web, con dirette gratuite o “Up to you”. Non è come avere il pubblico davanti ma forse è un modo per continuare ad esistere… Nel mio caso una Web TV (Bis Tv) mi ha chiesto di produrre dj set a cadenza settimanale. Qui il link per potermi vedere e ascoltare

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Joy Division, quarant’anni senza Ian Curtis: 9 cose che vogliamo ricordare di lui

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