Tensione all'interno della redazione del quotidiano, controllato da Exor, ovvero la holding proprietaria anche della casa automobilistica. Il direttore ha chiesto al Comitato di redazione di non pubblicare un comunicato sulla questione del prestito da 6,3 miliardi garantito dallo Stato alla casa automobilistica. All'ordine del giorno della riunione dei cronisti le "ricadute del caso Fca"
Il caso del prestito da 6,3 miliardi di euro a Fca garantito dallo Stato crea tensione all’interno della redazione di Repubblica, controllata da Exor, ovvero la holding proprietaria anche della casa automobilistica che ha sede legale in Olanda e domicilio fiscale a Londra. Al Comitato di redazione – il sindacato interno dei giornalisti – non dev’essere andata giù la linea editoriale scelta dal neodirettore Maurizio Molinari sul tema. E così il Cdr aveva previsto di mandare in pagina nell’edizione in edicola oggi un comunicato per prendere posizione. Ma dai piani alti di largo Fochetti è arrivato il niet. Così i giornalisti oggi si riuniranno in assemblea.
“Alla luce della richiesta del direttore Molinari di non pubblicare il comunicato del Cdr sul caso prestito Sace-Fca”, si legge nella comunicazione del Comitato di redazione spedita domenica sera a tutti i giornalisti di Repubblica è convocata l’assemblea “per domani (oggi, ndr) alle 15″. All’ordine del giorno, ci sono solo due punti: “ricadute del caso Fca” e “dimissioni del Cdr”. Il direttore, spiegano sempre i componenti del Comitato di redazione, “ha dato la disponibilità ad intervenire”.
Anche oggi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha dedicato una pagina alla vicenda, con un articolo di cronaca e un’intervista al leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, che definisce il dibattito sul prestito “una polemica da radical chic” perché “un prestito non è un regalo” e “i lavoratori italiani vanno aiutati anche se lavorano per società con la sede legale in altri Paesi”.
Domenica Repubblica aveva anche dovuto incassare l’addio di Gad Lerner. Il giornalista, tornato nell’ultimo anno a collaborare con il quotidiano, ha annunciato la fine della sua avventura con un post su Facebook spiegando che “in poche settimane è cambiata e non la riconosco più”. Il riferimento è al cambio di direzione, con l’ingresso di Molinari e la cacciata di Carlo Verdelli, decisa dal consiglio di amministrazione di Gedi lo scorso 23 aprile. Anche per quella decisione, i giornalisti di Repubblica si riunirono subito in assemblea e decisero di scioperare.