Il 23 settembre 2014 l'ex governatore vide l'ex dg del centro di Capua e suo cognato Adolfo Greco, agli arresti con accuse di collusione con la camorra. Presente anche il parlamentare di Forza Italia Carlo Sarro, che organizzò il faccia a faccia. Verde si lamentò della sua situazione al Cira dopo la caduta del presidente Saggese (coinvolto in un’indagine su tangenti e appalti). La prova è in una delle intercettazioni a corredo della richiesta d'arresto per i parlamentari Fi Cesaro e Pentangelo. In un'altra, Greco proclama la sua stima per Vincenzo De Luca, che a Castellammare vincerà a mani basse
L’ex direttore generale del Cira Leopoldo Verde ottenne un appuntamento con il governatore della Campania Stefano Caldoro per discutere della sua carriera nel centro di eccellenza aerospaziale di Capua (Caserta). L’incontro si svolse a Roma il 23 settembre 2014 e gli fu procurato dal parlamentare di Forza Italia Carlo Sarro, che fu presente. Partecipò, e si vanta di aver interceduto anche lui per fissarlo, il cognato di Verde, l’imprenditore Adolfo Greco, agli arresti dal dicembre 2018 con accuse di collusioni coi clan camorristici stabiesi e casalesi, e ritenuto dalla Procura di Torre Annunziata retta da Pierpaolo Filippelli il motore di un sistema di corruzione della politica intorno al progetto di riqualificazione dell’ex area Cirio a Castellammare di Stabia. Un metodo seriale fatto di tangenti e regali di lusso, che potrebbe costare gli arresti domiciliari al senatore Luigi Cesaro e al deputato Antonio Pentangelo, entrambi vicini a Silvio Berlusconi.
La notizia dell’incontro tra Verde, Caldoro, Sarro e Greco per parlare di vicende interne al Cira emerge da un’attenta lettura di un’intercettazione ambientale del 22 settembre 2014 contenuta nell’ordinanza di arresto inoltrata alla Camera e al Senato, che dovrà decidere sulla richiesta di arresto firmata dal Gip Mariaconcetta Criscuolo al termine delle indagini coordinate dal pm Andreana Ambrosino. Il microfono della polizia è installato su mandato della Dda di Napoli nella sede della Cil, dalla quale Greco coordina una fortunata attività di distribuzione del latte per conto del gruppo Parmalat. Registra una conversazione tra Greco e uno suo socio storico, il ‘boss delle cerimonie’ dell’Hotel La Sonrisa Antonio Polese (deceduto quale anno fa), col quale è in affari nella riconversione della ex Cirio in area residenziale. Ci sono altre due persone, tra cui un nipote di Polese. La chiacchierata verte principalmente sulla sorte del progetto urbanistico. Poi l’accenno all’appuntamento del giorno dopo da Caldoro. Vi avrebbe partecipato – lo dice Greco – anche Sarro che, va ricordato, oltre a essere parlamentare di Forza Italia, è uno stimato avvocato amministrativista ed è stato consulente di Greco in un contenzioso legale.
Adolfo: … domani ho un appuntamento …. domani … sto a Roma …….. mi ha dato l’appuntamento CALDORO a Roma. (telefona al figlio) Luigi!! com’è quel sito? … ci sta Pasqualino qua, … Juliett? … com’è? E vieni dai, … va bene, ti aspetto dai … (chiude la telefonata)
Antonio: … allora vai a Roma?
Adolfo:. .. eh, … l’appuntamento con mio cognato, … con SARRO, … con Carlo SARRO, proprio con CALDORO però …
Antonio: … eh?
Pasqualino: … (incomprensibile)
Adolfo: … è una cosa del C.LR.A. (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali), … di mio cognato, non. ..
Antonio: … ah, … ah. Tuo cognato sarebbe …
Adolfo: … Leopoldo (VERDE)
Fonti dello staff di Caldoro confermano che l’appuntamento ci fu, a via Poli, nella sede istituzionale della Regione Campania, e che fu Sarro a chiederlo. In quella sede, Verde avrebbe rappresentato il suo disagio nel contesto della nuova governance del Cira, dopo le dimissioni del presidente Enrico Saggese, coinvolto in un’indagine su tangenti e appalti, la sentenza dovrebbe arrivare a giorni. Il governatore ascoltò con attenzione e la cosa finì lì, non ebbe seguiti di alcun tipo. Le stesse fonti sottolineano che a Castellammare di Stabia, l’anno dopo, Vincenzo De Luca distanziò Caldoro di quasi 12 punti percentuali, unico comune del napoletano con gap a due cifre. Per dire: se davvero Greco, come sostengono i magistrati oplontini, appoggiò elettoralmente il figlio di Cesaro alle regionali, questo forse avvenne con un voto disgiunto, ovvero Cesaro jr al consiglio e De Luca presidente. E così si spiegherebbero altre intercettazioni nelle quali Greco proclama la sua stima per De Luca.