Decapita la ex e nasconde la testa in una valigia, ma alla vigilia del processo si dichiara ancora innocente. Nella tranquilla Svezia anti lockdown si è tornato a parlare di un fatto di cronaca nera che fece sobbalzare l’intera Scandinavia sotto natale 2019. Si tratta dell’omicidio di Wilma Anderson, studentessa di 17 anni, scomparsa il 14 dicembre 2019, e di cui venne ritrovata in una valigia soltanto la testa, avvolta in diversi strati di alluminio e scotch, due settimane più tardi. Del delitto fu accusato l’ex fidanzato Tishko Ahmed Shabaz, 23enne di origine irachena, dal 2014 cittadino svedese, che avrebbe ucciso Wilma nel momento in cui la ragazza tornò a casa sua per prendere le ultime cose dopo la fine della loro relazione.
I fatti: la polizia cercò ovunque il corpo della ragazza nella zona di Uddevalla, senza mai trovare alcunché. Ma allo stesso tempo tracce del suo sangue furono trovate sul pavimento dell’appartamento di Shabaz e su un coltello da cucina. Come se non bastasse ci sono anche le testimonianze dei vicini che hanno sentito urlare Wilma la sera dell’omicidio. Secondo l’accusa si parla di “violenza ripetuta sul corpo della giovane vittima, ma soprattutto che “il sospetto ha conservato solo una parte del corpo e si è sbarazzato del resto”. Alla vigilia del processo che dovrebbe iniziare il 26 maggio la mamma della ragazza ha rivolto un appello alla stampa svedese chiedendo di non smettere di cercarla. Intanto Shabaz che venne subito arrestato, e che ha passato questi mesi in cella, continua a professarsi innocente.