Il Riesame ha accolto la richiesta dell'avvocato difensore Strata. Che ha rivelato: "Cinque famiglie avevano dato disponibilità ad accoglierlo. Altre volte aveva provato a chiedere aiuto insieme al fratello e anche la sera dell'omicidio avevano scritto allo zio"
Esce dal carcere il 18enne che, il 30 aprile scorso a Collegno (Torino) ha ucciso il padre a coltellate per difendere la madre. I giudici del Riesame hanno accolto la richiesta dell’avvocato difensore Claudio Strata: per lui sono stati autorizzati gli arresti domiciliari e sarà ospite da questa sera della famiglia di un suo compagno di classe.
“Cinque famiglie avevano dato disponibilità ad accoglierlo, un fatto che ci ha colpito”, ha dichiarato l’avvocato difensore. “Sono felicissimo per lui, se lo merita, anche per la mamma e per il fratello, per i quali lui è un eroe, non è un assassino, ha salvato la mamma“. Agli inquirenti, ha aggiunto l’avvocato, “abbiamo chiesto di estrarre gli audio registrati dai due ragazzi sui loro cellulari dai quali si capisce l’incubo orrendo vissuto per anni. In gergo lo chiamavano ‘lo schizzo‘, il momento quando il padre diventava violento”. Strata ha anche specificato che i due fratelli avevano provato a chiedere aiuto, in particolare allo zio. La sera del 30 aprile, infatti, mezz’ora prima della tragedia, gli avevano scritto “cosa aspetti a intervenire, sei l’unico che lui ascolta“.
Nei prossimi giorni il 18enne tornerà a frequentare le lezioni a distanza dell’Istituto Prever di Pinerolo, dove dovrebbe svolgere l’Esame di Stato a giugno, come confermato dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Era stato il dirigente scolastico stesso Rinaldo Merlone, insieme al collegio docenti, a chiedere che il ragazzo potesse diplomarsi.
La vicenda risale alla sera del 30 aprile: il 18enne, incensurato, è intervenuto per difendere la madre aggredita dal padre ubriaco, un operaio di 52 anni. Con quattro diversi coltelli da cucina, il ragazzo ha colpito il padre 24 volte all’addome, alla schiena e al torace. Subito dopo ha chiamato il 112 e ha confessato: “Ho ucciso mio padre”. Il giovane è stato poi arrestato e richiuso nel carcere delle Vallette. Familiari e vicini hanno riferito che non era la prima volta che l’uomo alzava le mani sulla moglie. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’uomo era spesso violento, beveva e aveva atteggiamenti possessivi nei confronti della donna, tanto che i figli non uscivano la sera per non lasciare la madre da sola in casa con lui.