Ieri Fca, oggi Autostrade per l’Italia, domani altri big dell’economia italiana. Continuano ad aumentare di giorno in giorno le grosse aziende che hanno chiesto o sono orientate a chiedere miliardi di euro di garanzie statali. La notizia di oggi è che la strada già intrapresa – non senza creare polemica anche politica – dall’ex Fiat è la stessa che seguirà Autostrade per l’Italia. Aspi chiederà 1,2 miliardi di garanzie statali e, sommando le altre realtà della galassia, le società della famiglia Benetton stanno valutando la richiesta alle banche di prestiti ‘assicurati’ per quasi 2 miliardi. La conferma della volontà di richiedere la garanzia è arrivata direttamente dall’amministratore delegato Roberto Tomasi in un’intervista a Il Sole 24ore.
Il tutto mentre non si è ancora placata la tensione per la scelta di Fca e per le conseguenti ripercussioni politiche e mediatiche. Oggi, ad esempio, John Elkann ha confermato che gli azionisti potranno incassare il dividendo straordinario da 5,5 miliardi derivante dalla fusione con Psa, nonostante da più parti politiche fosse stato chiesto di rinunciare alla cedola per l’operazione con la casa automobilistica francese a fronte della richiesta del prestito garantito, previsto dalle norme contenute nel Decreto Liquidità.
E’ destinata a creare altrettanta tensione anche la richiesta di Autostrade, società che da due anni – dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova – è al centro di un caso politico, con il Movimento 5 Stelle che dal giorno successivo alla tragedia ha come obiettivo il ritiro delle concessioni alla società controllata dalla famiglia Benetton. L’antipasto della polemica è servito dalle parole del viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni. L’esponente pentastellato ha scritto su Facebook e non le ha mandate a dire: “Domandare è lecito, rispondere è cortesia: No grazie”.
Nel frattempo, sulla medesima linea di Fca e Autostrade si muove anche Autogrill, che fattura in Italia oltre 1 miliardo e potrebbe chiedere fino a 250 milioni. Lo stesso vale per Aeroporti di Roma (altri 250 milioni al massimo) mentre più ridotta è la somma (fino a 150 milioni) cui potrebbe puntare la catena di abbigliamento Benetton (la ‘concorrente’ Ovs ne ha chiesti 100 milioni) che fattura nel nostro Paese circa 600 milioni. In tutto fanno altri 750 milioni per le società nella galassia dei Benetton e con gli 1,2 miliardi di Aspi il totale arriva a 1,95 miliardi. In base al Decreto Liquidità l’ammontare massimo della garanzia statale di Sace cui un’azienda può puntare è pari al 25% del fatturato realizzato in Italia, come ha mostrato Fca, che di prestiti con garanzia della Sace ne ha domandati per 6,3 miliardi. Tra i big che stanno valutando di seguire la strada di Fca ci sarebbero – come anticipato da Milano Finanza – anche Fincantieri, Eataly, Magneti Marelli, Costa Crociere e Alpitour. Non hanno invece chiesto di accedere ai prestiti a garanzia pubblica, né prevedono ad oggi di farlo, altri grandi gruppi italiani come Essilorluxottica, Campari e Tim, freschi di nuove linee di credito ‘tradizionali’, né marchi come Pirelli e Brembo, né, nel settore dei media, Mediaset.