Niente vagonate di milioni di dollari, ma solo opere di bene. Almeno per ora. Il 17enne Avi Schiffmann si gode con contenuto entusiasmo la sua fetta improvvisa di popolarità mondiale e rifiuta la chiamata da Microsoft. Già perché nelle ultime 24 ore sui social si parla solo di questo studente dello stato di Washington (Stati Uniti) e del suo sito dedicato alla pandemia da Coronavirus. Diciamolo subito: Avi non ha fatto nulla di incredibile, se non mettere insieme un po’ dati sul contagio nelle diverse nazioni (oltretutto per quel che riguarda l’Italia in alcune colonne non aggiornati da diversi giorni) e di ordinarli in tabelle (alcune comunque interessanti come la divisione dei contagi tra le varie navi da guerra e commerciali attraccate in qualche porto).
Oltre alle tabelle c’è il solito planisfero con varie tonalità di blu per individuare dove ci sono più contagi e dove meno; una paginata di wiki con le corbellerie più incredibili da smentire (in effetti serve sempre); infine un link ad un calcolo statistico (piuttosto spurio, non c’è nemmeno il luogo di provenienza) in cui abbiamo scoperto che chi scrive ha il 2,65% di probabilità di morire se verrà colpito dal Covid-19. Insomma Avi e l’amico Daniel Conlon alla parte grafica hanno fatto un buon compitino da smanettoni, come si usa dire per gli appassionati di linguaggio html e hanno creato un banalissimo punto di incontro tra i vari siti web governativi dei singoli paesi.
La particolarità della vicenda di Avi sta però nel fatto che nella nazione in cui il presidente si spara una dose quotidiana di idrossiclorochina, così perché si è messo in testa, tra i biondi capelli, che fa bene, un ragazzino con grande onestà intellettuale ha rifiutato le lusinghe economiche degli inserzionisti pubblicitari e delle multinazionali della tecnologia. “Molti dicono che ho fatto male, ma io non sono uno speculatore e ho altri piani per il mio futuro”, ha spiegato il 17enne su Twitter.
Gira voce che ci sia stato anche un contratto da 8 milioni di dollari fatto tornare al mittente. Gira voce, appunto. Ma non c’è nessuna conferma. L’unico dato di fatto è che ncov2019.live viene letto da 30milioni di persone ogni giorno e soprattutto vive di donazioni dei lettori. “Buy me a coffee” c’è scritto in alto a destra sulla home del sito. Un semplice push per far vivere le infografiche di Avi e Daniel. Oltretutto se solo un centesimo di chi legge il sito web facesse la donazione del caffè i due ragazzini diventerebbero piuttosto ricchi ugualmente. “Spero che in futuro strumenti come questo vengano creati direttamente dall’Organizzazione mondiale della Sanità – ha sottolineato Schiffmann – La responsabilità di creare questi ‘tool’ non dovrebbe essere nelle mani di un ragazzino a caso, ma delle persone che si occupano per lavoro di statistica”.