Tre giorni di minacce ma alla fine i renziani non hanno votato la mozione di sfiducia ad Alfonso Bonafede. Anzi le mozioni, visto che erano due e molto diverse tra loro. La prima era stata presentata dal centrodestra, firmata dai capigruppo della Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, e in sintesi accusava il guardasigilli di essere stato troppo morbido nella gestione delle carceri durante l’emergenza coronavirus. La seconda era di Emma Bonino, e in pratica contestava il ministro per i motivi opposti, accusandolo di essere troppo giustizialista nella gestione del dicastero. Nessuna delle due mozioni è passata visto che i 17 voti di Italia viva sono stati usati per respingerle entrambe. Si sono sommati ai 144 di Pd, Leu e Movimento 5 stelle. In totale hanno votato contro la prima mozione (quella del centrodestra) in 160, a favore invece in 131, con un astenuto e 292 votanti su 297 senatori presenti. La mozione della Bonino, invece, è stata appoggiata da 124 senatori, con 158 che l’hanno respinta. I presenti erano 302 e ben 19 si sono astenuti. Un secondo dopo la sospensione della seduta ecco arrivare il puntualissimo sibilo delle fonti di Italia viva: “Con i nostri voti abbiano tenuto in piedi governo”.
Renzi: “Non votiamo sfiducia” – Sono le stesse fonti che fino a stamattina spiegavano di essere pronte a votare la sfiducia al guardasigilli. Almeno fino all’intervento di Matteo Renzi. Con mezzo governo al suo fianco nell’aula del Senato, compreso il premier Giuseppe Conte, Bonafede ha fatto in tempo a illustrare la sua controreplica prima di sedersi ed ascoltare il leader di Italia viva che ha annunciato il rientro nei ranghi della maggioranza. “Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”, ha detto l’ex premier. Come toni l’intervento di Renzi è stato molto simile a quello del 30 aprile scorso. In quel caso l’ex segretario del Pd aveva dato un ultimatum al premier Giuseppe Conte senza mai esplicitare la conditio sine qua non. Anche questa volta il discorso dell’ex presidente del consiglio è pieno di critiche, allusioni, risentimenti legati a fatti accaduti durante i suoi governi, ma alla fine, nella sostanza, ha certificato il suo sostegno all’esecutivo. “Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella, signor Ministro, ha utilizzato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati dovrebbe andare a casa: Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, lotti, De Vincenti, ma noi non siamo come voi”, è stata la requisitoria di Renzi, che ha elencato tutti i ministri dei suoi esecutivi sfiduciati dai 5 stelle. “Non si fa politica – ha continuato – pensando alla legge del taglione: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Disse ‘se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta. No, bisogna rifiutare la cultura del sospetto, definita da Falcone l’anticamera del komeinismo“. Non solo Falcone. Il leader d’Italia viva cita pure il magistrato Nino Di Matteo. Lo fa per augurargli buon lavoro ma soprattutto come spunto per inviare un “caloroso saluto” a Giorgio Napolitano. “Lui sa perché, voi sapete perché”, dice Renzi. Perché? Il riferimento chiaramente è all’inchiesta sulla Trattativa e al conflitto di poteri tra il Quirinale e la procura di Palermo per le intercettazioni di Nicola Mancino con lo stesso Napolitano. Fatti che risalgono a più di 7 anni fa e che i banchi dei 5 stelle hanno commentato con rumorosi brusii. Insomma: anche se parla per annunciare l’intenzione di sostenere il guardasigilli, Renzi non riesce a rinunciare alla provocazione: “Sulle scarcerazioni – dice – c’è stata troppa superficialità, sulle riforme c’è ancora troppo da fare. Bonafede faccia il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al nostro fianco“. Il guardasigilli ha risposto uscendo da Palazzo Madama: “Ho sempre rigettato l’idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo. La stella polare è la Costituzione“.
L’incontro Conte-Boschi e la commissione sulla prescrizione – Al netto dei botta è rispota l’unico dato imporatnte di giornata è che dopo giorni di agitazione Italia viva è rimasta nei ranghi. Per farla rientrare compatta con la maggioranza pare sia stato fondamentale l’incontro di ieri tra Maria Elena Boschi e Conte a Palazzo Chigi. E infatti a un certo punto è al presidente del consiglio che si è rivolto Renzi. “Abbiamo apprezzato la battaglia del premier a fianco del ministro Bellanova e accettato le riaperture ma ancora molto c’è da fare. Il premier ha detto che ove ci fosse stato un voto contrario a un ministro il governo sarebbe andato a casa, e noi la seguiamo. Ma lei si assume una responsabilità. Lo dico per un fatto politico, confermo che Conte ha dato negli ultimi tempi segnali importanti”, ha detto il senatore di Rignano, con toni per la prima volta pacifici. Cosa hanno ottenuto i renziani in cambio della fiducia a Bonfede? “Non ci interessa un sottosegretario ma sbloccare i cantieri. Quando portiamo delle idee non stiamo cercando visibilità”, ha sostenuto il leader d’Italia viva. Pietro Grasso non si fida: “Sento oggi tanta ipocrisia: chi ha sempre tuonato contro mozioni sfiducia individuali oggi le firma. A leggere i giornali parrebbe che il garantismo possa essere oggetto di baratto, voci però smentite”, ha detto l’ex presidente del Senato. E in effetti la guerra preventiva dei renziani sulle mozioni dell’opposizione è stato un modo per ottenere attenzione da parte dell’esecutivo.
Bonafede: “Giustizialismo? Stella polare è la carta” – Un escamotage che ha dato qualche frutto. È un fatto, per esempio, che anche i toni di Bonafede sono apparsi concilianti nei confronti delle altre forze che sostengono il governo. Il guardasigilli ha parlato di squadra, di sintesi tra le varie forze dell’esecutivo, e ha citato la creazione di una commissione per indagare sugli effetti della riforma della prescrizione. Una commissione che, secondo qualcuno, è ben accetta dai renziani, acerrimi nemici della riforma. “Tante volte all’interno della maggioranza ci siamo interrogati e anche divisi in ordine, per esempio, all’impatto conseguente alla riforma della prescrizione. Su questo punto, così come su tutto l’andamento dei tempi del processo sarà importante una Commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio dei tempi che permetta di valutare l’efficacia della riforma del nuovo processo penale e civile”, ha detto il guardasigilli.
L’audifesa di Bonafede: “Boss scarcerati per leggi di governi precedenti”- Per il resto l”autodifesa del ministro è una versione lunga degli interventi dei giorni scorsi. “Quando si giura sulla Costituzione si decide di essere in tutto e per tutto uomo delle istituzioni. In queste ultimi 3 settimane si è alimentato fuori da qui un dibattito fatto di illusioni e illazioni ma essendo uomo delle istituzioni ho risposto molteplici volte portando avanti la forza e l’evidenza dei fatti”, è stato l’incipit scelto da Bonafede, che ha ricordato tutta la sua ricostruzione dello scontro con il pm Di Matteo. Nei giorni scorsi il magistrato lo ha accusato il ministro di avergli proposto il vertice del Dipartimento amministrazione penitenziaria nel giugno del 2018, prima di ripensarci nel giro di 24 ore e nominare al suo posto Francesco Basentini, poi dimissionario dopo il caso delle rivolte e delle scarcerazioni. “Questa vicenda è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte e sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi“, ha detto Bonafede. Negando ancora una volta l’esistenza di alcun “condizionamento nella nomina di Francesco Basentini. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”. Quanto a Di Matteo il ministro ha ripetuto di volerlo in via Arenula, seppur in un posto che non corrispondeva a quello di Giovanni Falcone: “La mafia non va a guardare gli organigrammi, avrebbe visto Di Matteo lavorare al fianco del ministro della Giustizia”. Sulle scarcerazioni, invece, il guardasigilli ha definito come “falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato“.
Le due sfiducie per motivi opposti, le citazioni sbagliate, Montesquie e Trilussa – Le mozioni respinte come detto, erano due, come due erano pure le posizioni su Bonafede. Se per Matteo Salvini il guardasigilli si doveva dimettere per eccesso di garantismo e dunque a causa dei “più di 500 boss scarcerati“, Emma Bonino lo definisce “il ministro del sospetto“. La leader radicale accusa l’esecutivo di eccessivo giustizialismo, e al contrario del segretario della Lega cita in aula solo “3 mafiosi che dal 41bis hanno ottenuto i domiciliari durante l’emergenza coronavirus” (da ieri due, dopo il ritorno in carcere di Francesco Bonura). In realtà ad essere scarcerati son statio 376 mafiosi, quasi tutti detenuti nei regimi di Alta sicurezza. E proprio grazie al decreto Bonafede e al lavoro del nuovo vicecapo del Dap Roberto Tartaglia stanno tornando in carcere in questi giorni. Franco Dal Mas di Forza Italia ha chiesto al Senato di sfiduciare Bonafede in modo da bandire frasi come “marcire in galera e buttare via le chiavi“. Parole che però Bonafede non ha mai pronunciato essendo quello un linguaggio usato solo da Salvini, cioè il principale alleato di Dal Mas. Gaetano Quaglieriello, invece, interviene per citare Montesquieu e il principio di separazione dei poteri. Principio ignorato da Forza Italia ai tempi delle marce di protesta davanti al tribunale di Milano per difendere l’allora premier Silvio Berlusconi dalle indagini della magistratura. È mentre a Palazzo Madama il dibattito raggiunge queste vette che Beppe Grillo pubblica sul suo blog una novella di Trilussa. È la storia del cane lupo che abbaia di notte anche senza motivo. “Lo faccio pè nun perde er posto“, spiega l’animale della storiella del poeta romano. “Er nemmico è l’ombra che se crea pè conservà un’idea: nun c’è mica bisogno che ce sià“, continua il blog di Grillo citando Trilussa . Poco dopo ecco l’intervento di Renzi: Italia viva non vota la sfiducia a Bonafede. Tre giorni di minacce per non perdere il posto, ma alla fine il nemico rappresentato dai renziani è svanito alla prova dell’aula. Almeno per ora.
LA CRONACA ORA PER ORA
16.00 -Bonafede a Renzi: “Giustizialismo? Stella polare è la carta”
“Ho sempre rigettato l’idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo. La stella polare è la Costituzione. Importante che maggioranza abbia trovato sintesi”. Così il ministro Alfonso Bonafede.
15.35 – Respinta la seconda mozione di sfiducia
L’Aula del Senato boccia la mozione di sfiducia di +Europa nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I presenti erano 302, i votanti 301, i voti a favore sono stati 124, 158 i contrari, 19 gli astenuti. Poco prima, l’Assemblea di Palazzo Madama aveva bocciato il documento del centrodestra.
14.55 – In corso seconda votazione
E’ in corso in Senato la votazione sulla seconda mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, quella a prima firma Emma Bonino.
14.45 – Bocciata la prima mozione di sfiducia
L’Aula del Senato boccia la mozione di sfiducia del centrodestra nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I voti a favore sono stati 131, 160 i contrari, un astenuto. Si procede ora alla votazione della mozione di sfiducia presentata da +Europa.
14.34 – Finita la seconda chiama per la mozione del centrodestra
Finita la seconda chiama sulla prima mozione di sfiducia, del centrodestra (la seconda è di Più Europa), al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Le procedure di voto sono state modificate a causa delle misure anti-coronavirus. E iniziato il computo dei voti.
13.40 – Via al voto a gruppi di 50
Sono cominciate le operazioni di voto. Saranno indette due “chiame”. Ciascun senatore voterà dal posto, con entrata nell’emiciclo scaglionata a gruppi di 50 ogni dieci minuti, secondo l’ordine alfabetico.
13.00 – Grasso: “Leu rinnova fiducia a Bonafede”
“Il gruppo di Liberi e Uguali le rinnova la fiducia, signor Ministro. Per onorare tale fiducia, ora che le attività del Parlamento hanno ripreso il loro abituale corso e abbiamo ripreso ad affrontare temi non legati alla pandemia, le chiediamo di continuare con ancor maggior vigore il proficuo confronto e dibattito con la Commissione giustizia e la Commissione antimafia, per intervenire con più rapidità e incisività sui tanti temi che ci siamo impegnati a portare avanti”. Lo ha detto in aula a palazzo Madama il senatore Pietro Grasso annunciando il voto contrario di Leu alle mozioni di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede.
12.40 – Bongiorno (Lega): “Abbiamo rotto con voi per Bonafede”
“Oggi si chiude il cerchio: tra le ragioni per cui la Lega pose fine il governo passato ci furono le sue omissioni. E vediamo che ancora oggi prosegue su quella linea”. Così Giulia Bongiorno (Lega), intervenendo al Senato, rivolta al ministro Bonafede, annunciando il voto favorevole della Lega a entrambi le mozioni di sfiducia. “Lei ha promesso ma non ha accelerato i tempi dei processi, non ha riformato il codice. Durante la pandemia ha omesso di decidere quando era essenziale farlo: ci sono stati gravi ritardi. Si sono chiuse le scuole e gli stadi, ma i tribunali sono rimasti aperti: ho visto avvocati anche di ottant’anni al lavoro. Sono stati chiusi molto dopo e dopo che tanti avvocati, giudici e cancellieri si sono infettati. Poi ha abdicato al suo ruolo: voi del governo non avete fatto nemmeno una norma sullo smart-working. Se doveva fare una scelta sulle scarcerazioni – sottolinea Bongiorno – mi spiega perchè non ha fatto uscire chi era in custodia cautelare presunti innocenti invece dei condannati definitivi? Poi parla di norme antiche, ma lei non è di passaggio…Se quelle norme non vanno bene le cambi
12.20 – Renzi: “Sia ministro della Giustizia non dei giustizialisti”
“Sulle scarcerazioni c’è stata troppa superficialità, sulle riforme c’è ancora troppo da fare. Bonafede faccia il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al nostro fianco”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.
“La battaglia contro la cultura mafiosa non ci deve vedere divisi. Noi siamo garantisti ma non vuol dire che siamo buonisti. Quando Andrea Orlando nel 2016 venne a dirmi che Provenzano stava morendo e veniva chiesto di farlo morire a casa noi che siamo per la giustizia abbiamo preso un impegno, mantenuto anche per Totò Riina: garantirgli il massimo delle cure possibili ma sono morti in carcere perchè quello era il loro posto”, ha concluso.
12.17 – Renzi: “Apprezziamo la battaglia di Conte con Bellanova”
“Abbiamo apprezzato la battaglia del presidente del Consiglio a fianco del ministro Bellanova e accettato le riaperture ma ancora molto c’è da fare. Nel momento in cui pone tutta la sua autorevolezza politica al fianco del ministro della Giustizia dobbiamo essere conseguenti con lui. Se Bonafede ci avesse ascoltato a febbraio sul Dap ciò che è avvenuto sulle scarcerazioni non sarebbe successo”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.
12.16 – Renzi: “Rifiutiamo cultura del sospetto”
“Non si fa politica pensando alla legge del taglione: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Disse ‘se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimettà. No, bisogna rifiutare la cultura del sospetto, definita da Falcone l’anticamera del komeinismo”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parlando al Senato.
12.15 – Renzi: “Non vogliamo poltrone ma sbloccare cantieri”
“Non ci interessa un sottosegretario ma sbloccare i cantieri. Quando portiamo delle idee non stiamo cercando visibilità”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede, rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
12.14 – Renzi: “Seguiamo Conte, da lui segnali importanti”
“Il premier ha detto che ove ci fosse stato un voto contrario a un ministro il governo sarebbe andato a casa, e noi la seguiamo. Ma lei si assume una responsabilità. Lo dico per un fatto politico, confermo che Conte ha dato negli ultimi tempi segnali importanti”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parlando al Senato.
12.11 – Renzi: “Noi non siamo come voi”
“Se noi votassimo oggi secondo il metodo che ella. signor Ministro, ha utilizzato nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri dei nostri governi passati dovrebbe andare a casa: Alfano, Giudi Boschi, Lupi, lotti, De Vincenti, ma noi non siamo come voi”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, parlando al Senato.
12.10 – Renzi: “Voteremo contro le mozioni di sfiducia”
“Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”. Lo ha detto nell’Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede.
12.08 – Bonafede: “Sintesi maggioranza tra differenze”
“Di fronte a differenze culturali e politiche che esistono e vanno rispettate, la grande sfida da raccogliere consiste nella possibilità concreta di trovare una sintesi nella maggioranza in nome e nella consapevolezza del fine ultimo della giustizia, vale a dire la tutela, la protezione e il rispetto dei diritti di tutti i cittadini che sono uguali davanti alla legge”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha concluso il suo intervento al Senato.
12.04 – Bonafede: “Commissione su monitoraggio prescrizione”
“Tante volte all’interno della maggioranza ci siamo interrogati e anche divisi in ordine, per esempio, all’impatto conseguente alla riforma della prescrizione. Su questo punto, così come su tutto l’andamento dei tempi del processo sarà importante una Commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio dei tempi che permetta di valutare l’efficacia della riforma del nuovo processo penale e civile”. Lo ha detto al Senato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
12.00 -Bonafede: “Su riforme disposto a discutere”
” Sulla riforma del processo penale e del Csm il “confronto nella maggioranza sarà costante approfondito e improntato a leale collaborazione”. Lo ha assicurato il ministro Bonafede al Senato.
11.57 – Bonafede: “In tutte le mie leggi c’è lotta a malaffare”
“In tutte le mie leggi c’è la ferma determinazione, che rivendico, a combattere il malaffare. La lotta al malaffare senza compromessi ha sempre animato e animerà la mia attività politica”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando in aula al Senato.
11.50 – Bonafede: “La maggior parte dei detenuti scarcerati per norme passate”
“I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi “in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato”. Lo ha detto al Senato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
11.45 – Bonafede: “Gaso che il governo ha aperto le carceri ai detenuti”
“E’ totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”. Lo ha detto al Senato il ministro Alfonso Bonafede.
11.40 – Conte segue replica del guardasigilli
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è giunto nell’Aula del Senato dove il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sta tenendo la sua replica in relazione alle mozioni di sfiducia presentate contro di lui.
11.35 – Bonafede: “Mafia non guarda organigrammi”
“La mafia non va a guardare gli organigrammi, avrebbe visto Di Matteo lavorare al fianco del ministro della Giustizia”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando in aula al Senato.
11.34 – Bonafede. “Nessun condizionamento su capo Dap”
Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu “nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”. Lo ha detto il Guardasigilli Alfonso Bonafede al Senato.
11.32 – Bonafede: “Su vicenda Di Matteo sgomberati dubbi”
La vicenda che riguarda Nino Di Matteo “è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte”. E “sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi”. Lo ha detto al Senato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ribadendo che la scelta del capo del Dap fu discrezionale.(
11.30 – Bonafede: “Dibattito di illazioni”
“Quando si giura sulla Costituzione si decide di essere in tutto e per tutto uomo delle istituzioni. In queste ultimi 3 settimane si è alimentato fuori da qui un dibattito fatto di illusioni e illazioni ma essendo uomo delle istituzioni ho risposto molteplici volte portando avanti la forza e l’evidenza dei fatti”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando in aula al Senato.
11.25 – Vitali (Forza Italia): “Votiamo sfiducia”
“Se Bonafede non si dimette, ed è ancora in tempo, noi voteremo a favore della sfiducia”. Lo annuncia nell’Aula del Senato Luigi Vitali di Fi nel dibattito sulle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia
11.20 – Casini: “Perplessità su operato del guardasigilli”
“Molti di noi hanno grandi perplessità sulla gestione del ministero della Giustizia, e io sono uno di questi. Ma lei ministro, se vuole corrispondere seriamente al giuramento prestato nelle mani del capo dello Stato, deve evitare nel suo intervento di replica l’impostazione giustizialista che ancora oggi il M5s continua a sostenere”. Lo ha dichiarato il senatore del gruppo Misto, Pierferdinando Casini, intervenendo in aula a palazzo Madama nella discussione delle mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia.
11.10 – Grillo cita Trilussa: “Il nemico è l’ombra che si crea”
Beppe Grillo si affida ai versi di Trilussa, mentre al Senato si discute la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, capo delegazione del M5S al governo. “Er nemmico”, il titolo della poesia condivisa sui social dal garante pentastellato. “Un Cane Lupo, ch’era stato messo de guardia a li cancelli d’una villa, tutta la notte stava a fà bubbù. Perfino se la strada era tranquilla e nun passava un’anima: lo stesso! nù la finiva più! Una Cagnola d’un villino accosto je chiese: ‘Ma perché sveji la gente e dai l’allarme quanno nun c’è gnente?’ Dice: ‘Lo faccio pè nun perde er posto. Der resto, cara mia, spesso er nemmico è l’ombra che se crea pè conservà un’idea: nun c’è mica bisogno che ce sià”.
11.02 – Mirabelli (Pd): “Votiamo contro sfiducia ma ora discontinuità”
“Voteremo con convinzione contro le mozioni in discussione oggi. Lo faremo per ragioni di merito e di metodo”. Lo afferma Franco Mirabelli del Pd nell’Aula del Senato, spiegando che “è evidente il tentativo delle opposizioni di usare un tema tanto importante e tanto delicato come quello della giustizia per provare a far cadere il governo scommettendo sulle differenze che convivono in una maggioranza di coalizione”. E ammonisce: “È chiaro a tutti che oggi Bonafede è ministro di un governo diverso” di quello giallo verde “e che la discontinuità con quello precedente deve essere maggiore di quanto sia stata finora”.
10.55 – Governo presente al Senato con Bonafede
Nutrita la presenza del governo nell’Aula del Senato durante la discussione delle mozioni di sfiducia al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Accanto al Guardasigilli ai banchi del governo ci sono Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Federico D’Incà, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Teresa Bellanova. Anche in Aula ci sono numerosi senatori
10.45 – Giarrusso (ex M5s): “Bonafede ha fallito in Antimafia”
“In materia di antimafia Bonafede ha sbagliato tutto. Da un anno non viene in Antimafia e non verrà neanche domani. Le persone perbene si dimettono quando sbagliano”. Lo dice nell’Aula della Camera Mario Michele Giarrusso (Misto, ex M5S) durante la discussione generale delle mozioni di fiducia al ministro della Giustizia Alonso Bonafede.
10.40 – Salvini: “Lega voterà anche mozione Bonino”
“La Lega voterà anche mozione sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena”. Così il segretario della Lega Matteo Salvini, mentre è in corso il dibattito in Senato, in vista del voto delle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro Bonafede, la prima presentata dal centrodestra, la seconda dalla senatrice di +Europa, Emma Bonino.
10.30 – Paragone: “Voterò la sfiducia al ministro”
Non le confermerò la fiducia, dico quello che diceva Aristotele ‘Platone mi è amico, ma la verità di più”. Così il senatore Gianluigi Paragone, parlando in Aula, nel corso del voto di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Sono con Di Matteo senza se e senza ma, ancora oggi non è chiaro perché Basentini fu scelto al Dap, e Di Matteo non c’è andato”, ha detto nel suo intervento il senatore ex M5S, tornando sulla vicenda della mancata nomina di Di Matteo al Dap.
10.22 – Nencini: “Voterò la sfiducia a Bonafede”
“Mancata calendarizzazione della riforma del processo penale dopo i solenni impegni presi, cancellazione della prescrizione, gestione del Dipartimento delle politiche penitenziarie, riforma annunciata e poi disattesa del Csm, hanno creato le condizioni perché i pilastri della civiltà giuridica venissero erosi e la tutela dei diritti dei cittadini venisse lesa. Queste sono le motivazioni che mi spingono a sostenere la mozione di sfiducia”. Lo ha detto il senatore del Psi, Riccardo Nencini.
10.20 – Casellati richiama senatori: “Stop assembramenti”
“Senatori, non siamo un buon esempio”. Lo dice la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati richiamando i senatori in Aula a Palazzo Madama a non fare assembramenti, rispettando le distanze previste per il contrasto al coronavirus. In Aula durante la discussione delle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non sono mancati i capannelli di senatori.
“Solo dal rispetto delle regole di sicurezza sanitaria dipenderà la riapertura di tutte le attività e quindi la ripresa economica del Paese. Non fate in modo che debba richiamarvi. vedo spesso assembramenti”, ha concluso Casellati.
10.15 – Renzi: “Mio intervento uno dei più difficili di sempre”
“L’intervento di oggi in Senato è uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica. Vi aspetto intorno alle 11.45 qui o in diretta televisiva”
10.10 – Orfini (Pd): “Fiducia a Bonafede ma gestione pessima”
“Non c’è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede. Ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo”: lo scrive su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico.
10.00 – Bonino: “Bonafede è il ministro del sospetto”
“Pensiamo che la Giustizia sia una istituzione di garanzia di tutti i cittadini e non strumento di lotta politica o di moralizzazione civile”. Lo dice nell’Aula del Senato Emma Bonino di +Europa illustrando la propria mozione di sfiducia individuale nei confronti del Guardasigilli, definendolo “ministro del sospetto”. Bonino sottolinea di aver intitolato la sua mozione a Enzo Tortora “come scelta di una idea di giustizia rispetto ad un’altra. Per noi la giustizia non coincide con le manette come per Bonafede”, conclude. “Bonafede paga una tangente ideologica al giustizialismo penale. E dove è finita la promessa riforma della Giustizia penale o quella del Csm? Io voglio una giustizia che non faccia paura ai cittadini ma restituisca loro la fiducia nel giusto processo e nella correttezza della amministrazione”. (
9.55 – Pepe (Lega): “Sfiducia per scarcerazioni allegre”
Vogliamo la sfiducia del ministro delle scarcerazioni allegre”. Lo dice nell’Aula del Senato Pasquale Pepe della Lega illustrando la mozione di sfiducia del suo partito nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “Non è stato in grado di proteggere nessuno nelle carceri nell’emergenza coronavirus. Si è dimostrato assolutamente inadeguato”, ha concluso il senatore leghista.
9.50 – Iniziata la discussione
E’ iniziata in aula al Senato la discussione delle due mozioni di sfiducia individuale nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. La prima mozione è stata presentata dal centrodestra ed è firmata dai capigruppo della Lega, Fdi e Fi (Romeo, Ciriani e Bernini), la seconda è stata presentata dalla senatrice di +Europa, Emma Bonino.