Il fondatore del Movimento 5 stelle rompe il silenzio degli ultimi mesi con un messaggio senza destinatari espliciti, ma presumibilmente rivolto agli alleati di governo di Italia viva: fino all'ultimo hanno minacciato di votare la sfiducia al Guardasigilli. Dai blog sull'elevato a quando blindò Conte in piena crisi di governo: quando gli interventi del leader hanno ricalibrato la linea del M5s
Mentre in Senato si discute la mozione di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede, Beppe Grillo rompe il silenzio di questi giorni pubblicando la poesia di Trilussa “Er nemico”. Un messaggio senza destinatari espliciti, ma rivolto, presumibilmente, agli alleati di governo di Italia viva che fino all’ultimo hanno minacciato di votare per far cadere il Guardasigilli. Il poeta nel testo canzona quel cane da guardia che “tutta la notte stava a fà bubbù” anche quando nessun pericolo sembrava minacciarlo. “Perfino se la strada era tranquilla e nun passava un’anima: lo stesso! nu’ la finiva più!”. Così alla cagnolina che gliene chiedeva il perché i lupo rispondeva: “Lo faccio pè nun perde er posto. Der resto, cara mia, spesso er nemmico è l’ombra che se crea pè conservà un’idea: nun c’è mica bisogno che ce sia”.
L’immagine, anche se Grillo non lo dice mai esplicitamente, sembra così essere paragonata a quanto sta vivendo il governo Conte 2. E in particolare sembra evocare i continui ricatti di Matteo Renzi all’esecutivo. Solo una settimana fa ad esempio, proprio la delegazione di Italia viva ha chiesto di vedere il premier proponendo un contratto alla tedesca sui temi come condizione per poter restare nella maggioranza. Però, se in Parlamento (e in particolare al Senato dove con 17 parlamentari possono diventare decisivi) Italia viva può far valere i suoi numeri, diversa è la questione nei sondaggi dove i renziani a fatica stanno sopra il 2 per cento. Una situazione che rende molto sconveniente per Renzi e i suoi puntare alla fine dell’esecutivo e tornare alle urne. Ma nonostante questo per l’ex premier ogni occasione è buona per tirare un po’ la corda: una settimana fa era stata la ministra per l’Agricoltura a minacciare le dimissioni, mentre nelle settimane precedenti alla possibilità di uscire dalla maggioranza Renzi ha sempre risposto in modo vago e senza escludere la possibilità.
Grillo interviene, a suo modo, in un momento complicato per i 5 stelle. Mentre da giorni in tanti, dentro il M5s stesso, evocano un suo intervento diretto nelle dinamiche politiche, lui preferisce ancora una volta restare in disparte e limitarsi a mandare segnali simbolici. Gli esempi sono tantissimi. L’ultimo è il video diffuso per fare gli auguri di Buon 2020: per la prima volta dopo anni non ha fatto il dicorso alla nazione in contemporanea al presidente della Repubblica, ma ha registrato un video sulla spiaggia di lui che ironicamente si scava un fossa al grido di “Basta avere paura”. Ben più complessa era stata invece l’interpretazione del suo post di ottobre scorso, pubblicato subito dopo la tradizionale manifestazione di Italia 5 stelle. Scrisse, dopo una tre giorni di tensioni con lo stesso Luigi Di Maio, che “l’elevato può rigenerare la politica solo se è elevato. Altrimenti è solo un politico”. Parole che, lo si è capito solo dopo, erano una delle tante premesse alle dimissioni dello stesso Di Maio. Infine, tra i messaggi criptici del garante 5 stelle, rientrano sicuramente i messaggi inviati durante la formazione del governo Conte 2: mentre il fondatore cercava di starsene sempre più in disparte, le sue parole sono state fondamentali per blindare la figura di Giuseppe Conte nei momenti di maggiore tensione. Nel primo, il più confuso, disse: “Ho incontrato Dio e mi ha detto di lasciare che la Babele si scateni”. Nel secondo attaccò direttamente la poltronofilia dei suoi, sconfessando un’intera linea politica. Fino ad arrivare a fermare le trattative sul premier, dicendo che “Conte non andava scambiato come una figurina”.