Meno tasse e più borse di studio per evitare che la crisi da Covid faccia diminuire l’accesso all’università. Il ministero dell’Università e ricerca Gaetano Manfredi, intervistato dal Sole 24 Ore, ha assicurato che, per contrastare l’emergenza economica, 750mila studenti (in pratica “un iscritto su due”) avranno un beneficio economico previsto nel Decreto Rilancio. Aumenteranno così le borse di studio a disposizione e saranno aggiunti “una serie di incentivi di contrasto al digital divide e di sostegno alle famiglie colpite dalla crisi”, ha detto il ministro. Con questi provvedimenti “contiamo di portare da 300mila a 500mila gli studenti che beneficiano della no tax area e di assicurare uno sconto sulle tasse ad altri 250 mila”.
Il decreto prevede anche un piano per l’assunzione di oltre 3mila ricercatori universitari dal 2021 per contrastare il fenomeno del brain drain. Bisogna cercare “di non perdere i nostri talenti migliori” e se possibile “convincere a tornare quelli che sono andati all’estero“, ha sottolineato Manfredi.
Nella Fase 3, poi, potrebbero tornare le sedute di laura in presenza. Gli atenei si adegueranno “in base all’andamento della situazione sanitaria“, ha aggiunto il ministro, ma di fronte a un miglioramento del quadro epidemiologico alcuni atenei potrebbero decidere, tra giugno e luglio, di permettere agli studenti di laurearsi in presenza. Mentre per settembre, “mi aspetto un’università che torni in presenza, organizzata per garantire il distanziamento sociale“. Probabilmente la didattica verrà spalmata su più giorni, in modo da ridurre le ore in aula. Si lavorerà anche, ha sottolineato Manfredi, “a un piano di semplificazioni per le università” in ambiti come gli acquisti o la rendicontazione, che sarà nel “decreto semplificazioni in arrivo a breve”.
Per i prossimi due anni saranno investiti 550 milioni di euro nella ricerca pubblica, che si sommano ai 150 già stanziati: “Il più grande investimento degli ultimi 20 anni”, ha sottolineato il ministro. “Sui temi dell’emergenza la ricerca italiana, sia pubblica che privata, ha dato una grande prova di competitività. Penso ai farmaci, ai vaccini, ai dispositivi – ha aggiunto – Con i nuovi investimenti per il settore nel Dl Rilancio puntiamo ad andare oltre e non solo sui Prin, i progetti di rilevante interesse nazionale”. Serve però anche “un grande piano per la ricerca industriale“, su cui si potrebbe intervenire con il Recovery Fund, ha concluso Manfredi: “È una tappa fondamentale e serve una visione integrata pubblico-privata”.