A tre mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus il governo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte possono contare ancora sulla fiducia della maggioranza dei cittadini intervistati nei sondaggi. Lo conferma la rilevazione settimanale di Ixè per Cartabianca, secondo la quale gli entrambi indici sono stabili rispetto alla scorsa settimana rispettivamente al 58 per cento per l’esecutivo e al 59 per il premier. In particolare, per quanto riguarda i leader politici, Conte distacca ancora di oltre 20 punti la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che è la prima inseguitrice con il 34% di indice di gradimento, seguita da Matteo Salvini (29) e Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti (appaiati al 27 con il primo in rialzo e il secondo in calo). Chiude il quadro l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi che raccoglie solo il 10 per cento delle preferenze, staccato di 11 punti dal predecessore Silvio Berlusconi. Ai valori di gradimento del governo si avvicina ancora oggi solo il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che sfiora anche questa settimana il 50 per cento, più o meno stabile ormai da qualche settimana.

L’azione del governo durante l’emergenza: dalle riaperture al decreto Rilancio
I numeri positivi di questo periodo per l’esecutivo e in qualche forma dei partiti che lo sostengono risentono anche per il momento del giudizio degli intervistati in buona misura positivo sull’azione del governo durante l’emergenza, sulle riaperture e sui decreti economici per la ripartenza. Per esempio l’esecutivo è stato “promosso” da due italiani su 3 (la maggioranza assoluta risponde di avere un giudizio “abbastanza positivo”), il restante terzo al contrario non è soddisfatto. Anche in questo caso si tratta di un indice stabile da quasi 2 mesi, al di qua e al di là della soglia del 70 per cento. Va sottolineato tuttavia che la tendenza dell’ultima settimana è tornata in discesa, dal 71 al 66 per cento di giudizi positivi.

Più precisamente il 78 per cento degli intervistati ha approvato la riapertura dal 18 maggio (contro un 18 che avrebbe preferito una prosecuzione del lockdown per evitare una ripresa dei contagi) anche perché una maggioranza abbondante (il 62 per cento) promuove le linee guida concordate dal governo con le Regioni e le associazioni di categoria.

Ciononostante esiste una maggioranza preoccupata per come si comporteranno i cittadini in questa fase 2, anche per qualche episodio che ha fatto arrabbiare prima il sindaco di Milano Beppe Sala e più di recente il governatore veneto Zaia: per il 53 per cento la gente sarà meno prudente, per il 44 continuerà a rispettare le regole.

Infine il governo strappa una promozione anche sul Decreto Rilancio, nonostante i ritardi per la scrittura del testo – che hanno permesso di pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale solo ieri – e soprattutto nell’esecuzione dei pagamenti del primo decreto, quello di marzo. Il 52 per cento dà un giudizio positivo sul “decretone”, ma il fatto che solo il 9 per cento risponda “molto positivo” fa capire che – come ha detto lo stesso governo oltre a numerosi osservatori – non sarà certo sufficiente per una ripresa economica stabile.

I partiti
Riflessi di qualcuna di queste dinamiche si vedono anche sulle tendenze delle intenzioni di voto. Dopo alcune settimane di caduta la Lega frena la sua discesa e resta stabile al 24,6 per cento. Il distacco dal Pd che sembrava assottigliarsi settimana dopo settimana torna ad allargarsi per un rallentamento dei democratici – meno 0,4 – che arretrano di nuovo sotto al 22. In tendenza opposta il M5s, ancora terzo partito, al 17,2 che consolida – sottolinea Ixè – “una tendenza che rileviamo ormai da 2 mesi e ritrovando così il livello delle Europee di un anno fa”. Continua l’avanzata Fratelli d’Italia (14,7, +0,5), “che sta mostrando – puntualizza l’istituto diretto da Roberto Weber – la maggiore capacità espansiva e che in questi mesi ha compensato la flessione della Lega”.

Le cose, da tempo, non vanno altrettanto bene a Forza Italia: questa settimana i berlusconi retrocedono di qualche decimale e si fermano poco sopra al 7. Molto più in affanno i piccoli: la Sinistra (2,5) nonostante un piccolo cedimento è comunque davanti a Italia Viva che si riduce al 2,1. In mezzo si infila Europa Verde (2,2), mentre Azione di Carlo Calenda e +Europa arrancano un po’ sotto al 2 per cento.

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