La gestione dell’emergenza da coronavirus fa volare alle stelle la popolarità di Luca Zaia, il governatore leghista del Veneto. Lo conferma una ricerca demoscopica dell’Osservatorio sul Nordest di Demos, per conto del quotidiano “Il Gazzettino”. La giunta a trazione leghista ottiene una valutazione positiva dal 92% dei veneti. Dietro, le opposizioni sembrano non esistere: il centrosinistra ottiene un volto di sufficienza solo dal 36% dei veneti, il Movimento 5 Stelle si ferma al 21% e un inatteso 22% premia il movimento legato a Flavio Tosi, l’ex esponente leghista fatto fuori ed espulso a suo tempo da Matteo Salvini. Il salto in avanti della giunta è evidente: a gennaio era al 74% di gradimento, adesso è a uno stratosferico 92% con un incremento di 18 punti percentuali.
E’ evidente che a trainare questa crescita è Zaia. Le valutazioni positive (almeno 6 su una scala da 1 a 10) arrivano al 91%. Due anni fa, nel 2018, erano al 69%, soltanto un anno fa erano al 73%. A marzo 2020 Zaia era già al 78%, poi in due mesi ha guadagnato 13 punti. Si tratta comunque di una preminenza consolidata segno che Zaia ha saputo intercettare le esigenze dei veneti. Il gradimento positivo è trasversale. Il 99% degli elettori leghisti non stupisce, segno che il partito è monolitico, nonostante la rivalità latente tra il governatore e il segretario Salvini. A stupire, invece, è il 91% favorevoli degli elettori del PD e anche di Fratelli d’Italia. Chi vota Forza Italia è al 94% dei gradimenti, quelli del Movimento 5 Stelle si attestano all’89%. Il sondaggio però non attribuisce a Zaia un destino di governo in Italia. Il 64% dei veneti, infatti, lo vede ben saldo a Venezia, alla guida della Regione, anche per gestire l’autonomia che il Veneto chiede da due anni e mezzo. Soltanto il 16%, infatti, lo vedrebbe seduto a Palazzo Chigi, in quanto unico premier che potrebbe portare l’Italia fuori dalla crisi attuale.
Commenta il politologo Ilvo Diamanti: “La sorpresa è che il grado di popolarità di Luca Zaia non è più una sorpresa”. Ma avverte: “Il rischio per lui è, semmai, l’eccessiva esposizione, amplificata dall’emergenza. E dalla grande capacità comunicativa del Governatore. Ma può diventare rischioso anche il consenso raggiunto, in questa fase. Che potrebbe suscitare molti risentimenti e gelosie. Dentro e fuori il Veneto. Dentro e fuori il suo partito. Un altro rischio, inevitabile, è che, giunto a questo livello di popolarità, Zaia non può più salire. E qualsiasi slittamento, anche limitato, verrebbe letto (magari ad arte) come un segno di declino”.