Il dibattito sull’informativa di Giuseppe Conte alle Camere si è trasformato in uno scontro aperto tra 5 stelle e Lega. E nell’ennesima rissa sfiorata sui banchi del Parlamento. Al centro: la sanità lombarda e la gestione dell’emergenza al Nord. Un duello a distanza tra gli ex alleati di governo che si è trascinato tra Camera e Senato, aprendo ad accuse incrociate da una parte e dell’altra e creando una lunga scia di reazioni e malumori. Tutto è cominciato con l’intervento a Montecitorio del deputato M5s Riccardo Ricciardi che, in difesa di quanto fatto dall’esecutivo, ha messo sotto accusa il modello Lombardia: è partito dall’ospedale della Fiera di Milano “usato da 25 pazienti”, fino ad arrivare ai “tagli della gestione dell’ex presidente Roberto Formigoni“. Un intervento interrotto dalle grida dei leghisti, tra urla e pugni sui banchi (anche un microfono è stato rotto) e che ha portato alla sospensione dei lavori dell’Aula. “Se non si fosse fermato”, ha commentato con toni minacciosi il deputato della Lega Edoardo Rixi, “sarebbe finita male. Ci aspettavamo delle scuse”. Secondo i racconti in Trasatlantico, era proprio lui tra i più “scatenati” tra spinte ai commessi e minacce ai colleghi del tipo “ti aspetto fuori”.
Lo scontro però, non si è esaurito a Montecitorio, ma si è trasferito poco dopo al Senato. “Devono sciacquarsi la bocca prima di parlare della sanità lombarda”, ha detto Matteo Salvini entrando a Palazzo Madama. Una frase che lasciava presagire un secondo round a Palazzo Madama, ma il leader del Carroccio ha preferito dedicare il suo intervento alle critiche al premier. Solo ad un certo punto, a metà del suo discorso, si è fermato per rivolgersi a un senatore grillino: “Ma cosa c’ha da ridere? Chiedo rispetto della maggioranza non per me ma per i 30mila morti e per chi non ha i soldi per vivere…”. Ha chiuso: “Non mi stupisce che chi ha ironizzato sulla sanità lombarda continui a ridere…”.
Mentre M5s e Lega si fronteggiavano pubblicamente, non tutti nella maggioranza hanno appoggiato il discorso di Ricciardi. Mentre i 5 stelle rilanciavano su Facebook l’intervento video e Nicola Morra in Senato rilanciava le sue parole, le agenzie di stampa riferivano di perplessità tra Pd e Leu, alleati di governo dei 5 stelle, per le modalità dell’intervento. Chi si è esposto è stato il vicesegretario Pd Andrea Orlando: “Risultato dell’intervento incendiario del collega del M5s alla Camera: peggiorare il clima in vista della conversione di decreti fondamentali per il Paese, ricompattare le opposizioni e rafforzare le opposizioni più estreme della destra. Ne valeva la pena?”. Proprio l’imminente discussione parlamentare su decreti Rilancio e Liquidità, sui quali il Colle stesso ha chiesto collaborazione di tutti i partiti, preoccupano il governo. Che teme il vedersi aprire troppo presto la fase delle contestazioni.
Non a caso, secondo il Corriere della Sera, in Transatlantico ci sarebbe stato un faccia a faccia tra il leghista Giancarlo Giorgetti e il ministro della Salute Roberto Speranza: “Chiedete collaborazione e poi venite qui a prendere in giro sui morti? Così finisce male”, avrebbe detto l’ex sottosegretario del Carroccio. Parole a cui il ministro ha replicato: “Hai ragione, cosa ti devo dire”. Un tentativo di ricucire per evitare la guerra aperta. E, non da ultimo, dopo che in Aula la leader Fdi Giorgia Meloni ha insinuato che dietro l’intervento di Ricciardi ci fosse una strategia condivisa con il premier, Conte ha subito respinto ogni accusa cercando di calmare le acque: “Ciascun parlamentare esprime le proprie opinioni. Non è mai accaduto che a me fosse consegnato un intervento, ma dire che io abbia condiviso o istigato, è una cosa che si commenta da sé”.
Ricciardi (M5s) critica la Lombardia, i leghisti urlano e scendono dai banchi. Aula sospesa
Ma cosa ha detto veramente il deputato? L’intervento è durato solo pochi minuti, prima che l’Aula fosse sospesa a causa dei disordini. Neanche il tempo di aprire il dibattito alla Camera che le parole del deputato M5s Riccardo Ricciardi davano il via alle polemiche. “Chi oggi attacca il governo”, ha dichiarato dopo aver messo in evidenza la buona gestione dell’Italia e del premier Conte, “propone come modello sanitario e amministrativo la Lombardia. La Regione che ha come assessore alla sanità Giulio Gallera, colui che in conferenza stampa dichiarava trionfante che la Lombardia era meglio della Cina perché in grado di costruire un ospedale in 6 giorni, mentre a Pechino ce n’erano voluti 10. Peccato che parliamo di un ospedale per cui hanno speso 21 milioni di donazioni per soli 5 pazienti!”. Qui sono iniziate le grida dei leghisti: “Buffone”, “vergogna”. Alcuni hanno tirato pugni sui banchi, fino a rompere un microfono. Ma Ricciardi, prima di essere interrotto da Fico, ha insistito: “Così sono stati sperperati i soldi dei cittadini lombardi, con le loro tasse, altro che Roma ladrona. Abbiamo visto com’è andato il famigerato modello della sanità lombarda iniziato con Formigoni: in questi anni hanno tagliato 25mila posti letti negli ospedali pubblici regalando soldi alle cliniche private. Non accettiamo lezioni da voi. Mentre i nostri più sentiti ringraziamenti vanno ai cittadini lombardi e ai medici, agli operatori sanitari, agli infermieri che in queste settimane, con grande spirito di sacrificio, hanno salvato vite umane e contrastato il diffondersi del virus”. Ricciardi non è riuscito a finire il discorso, perché i leghisti hanno cominciato a scendere dagli scranni e ad avvicinarsi al centro dell’emiciclo, fino a che il presidente Fico ha deciso di sospendere i lavori per alcuni minuti e riportare l’ordine.
Chi ha spiegato un po’ meglio la dinamica, naturalmente dal suo punto di vista, è stato il deputato leghista Edoardo Rixi: “Avevamo chiesto al presidente Fico di intervenire e, siccome non ha fatto nulla, abbiamo aspettato qualche minuto per poi occupare la parte bassa dell’Aula. Non ho idea chi abbia divelto il microfono. Noi siamo scesi tutti giù. Anche Giorgetti. Oggi finiva male se Ricciardi andava avanti e non si fermava. Poi ha smesso di parlare. Il presidente Fico non è intervenuto, non ha fatto nulla”. E ha chiuso: “Ci aspettavamo che in chiusura Ricciardi chiedesse scusa per la strumentalizzazione dei morti e della pandemia in Nord Italia, e, invece nulla, ha ripreso a parlare tranquillamente… Una roba surreale”.
Se Salvini si è limitato a poche battute, chi ha attaccato direttamente il deputato sono stati i colleghi lombardi del Carroccio. “C’è chi fa politica e chi lo sciacallo”, hanno scritto in una nota. “Ricciardi appartiene alla seconda categoria. Infangare una Regione, le sue vittime, le famiglie che hanno sofferto e tutti i medici e gli operatori che hanno combattuto in prima linea il virus, solamente per difendere il proprio orticello e coprire le nefandezze di questo governo, è da sciacalli“. In difesa di se stesso, è intervenuto anche l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, già condannato per corruzione: “Mi ha accusato di aver tagliato in 20 anni 25.000 letti pubblici in Lombardia. E’ ignorante o in malafede: lo informo che in Italia il numero di posti letto non viene deciso dai governatori, ma dal governo nazionale. E così il governo impose nel 1992 di ridurre i posti letto a 6 ogni 1000 abitanti, e così via in numerose occasioni fino ai 4 posti letto del 2010 e ai 3,7 del 2012, sempre ogni 1000 abitanti. Le Regioni, ovviamente, hanno dovuto allinearsi, salvo perdere ogni finanziamento”.