L'istituto, in seguito al blocco delle attività con il lockdown, ha registrato un aumento degli ammortizzatori di più del 10000% rispetto ad aprile 2019. In testa il settore delle costruzioni, la fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici e il metallurgico. Per la cassa in deroga tra i comparti che hanno avuto più ore autorizzate ci sono il commercio, gli alberghi e i ristoranti
Un volume di cassa integrazione paragonabile a quella ne fu chiesta in un intero anno di crisi economica, un decennio fa. L’epidemia di Covid, con il lockdown e molte attività ferme per due mesi, come da attese si fa sentire pesantemente sulle richieste di ammortizzatori sociali. L’Inps ha infatti comunicato di aver autorizzato solo ad aprile oltre 835 milioni di ore tra cassa ordinaria, in deroga e fondi di solidarietà per lavoratori di aziende colpite dall’emergenza sanitaria: il 6094% in più rispetto a marzo. Ad aprile 2019, per fare un confronto, le ore autorizzate per questi ammortizzatori erano state 7,7 milioni. Il dato è vicino a quello della cassa utilizzata in tutto il 2009, “primo anno della grande crisi economico-finanziaria“, quando “furono infatti autorizzate 916,1 milioni di ore“, ricorda l’istituto.
Dall’Osservatorio sulla cassa integrazione pubblicato giovedì emerge il boom della cassa ordinaria (+9.509%) e di quella in deroga (+239.056%) legate all’emergenza Covid e un calo della straordinaria (-30,3%). Il 98% delle ore autorizzate è con causale Covid 19.
Per quanto riguarda la cassa integrazione ordinaria, ci sono tre settori per i quali si registra un numero di ore autorizzate superiore ai 100 milioni: costruzioni con 134,3 milioni di ore, fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici con 133,3 milioni di ore, metallurgico con 130 milioni di ore; seguono tessile e abbigliamento con 43,1 milioni di ore e legno con 40,2 milioni di ore. Questi cinque settori in termini di ore autorizzate assorbono il 68% delle autorizzazioni del mese di aprile. Per la cassa in deroga invece tra i settori che hanno avuto più ore autorizzate ci sono il commercio con 16 milioni di ore, alberghi e ristoranti con 12,2 milioni di ore, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese con 8,3 milioni di ore.
Secondo il presidente del Comitato di vigilanza Inps, Guglielmo Loy, l’impatto del Coronavirus comporterà per l’istituto minori entrate e maggiori uscite per un totale di 35,7 miliardi.