A meno di 24 ore dal record giornaliero con più di mille morti – 1179 – causa Covid-19, il Brasile fa i conti con una situazione sanitaria drammatica, tra ospedali al collasso e vittime in forte aumento, mentre il governo di Jair Bolsonaro, che ha sempre negato la gravità della pandemia e spinto per la riapertura delle attività, continua a perdere pezzi. Dopo le dimissioni dei due ministri della Salute – l’ultimo, Nelson Teich, a meno di un mese dall’insediamento – e del super giudice Sergio Moro, simbolo dell’inchiesta Lava Jato che ha lasciato la carica di ministro della Giustizia, se ne va anche la ministra della Cultura Regina Duarte, celebre attrice di telenovelas che aveva assunto l’incarico lo scorso 4 marzo e che ora andrà a dirigere la Cinemateca di San Paolo.
E proprio nello Stato di San Paolo, prevedendo un collasso del sistema sanitario in tre settimane, il governo ha rivolto una chiamata pubblica per accollarsi 4.500 posti letto dalla rete privata, di cui 1.500 solo di unità di terapia intensiva. Il bando prevede un investimento di 594 milioni di reais (95 milioni di euro). A livello nazionale, il numero di morti è cresciuto del 120% in due settimane, con un forte aumento dei contagi soprattutto nello Stato di Rio de Janeiro e nelle province della regione amazzonica, in particolare in quelli di Parà e Roraima, in entrambi i quali si è registrata una crescita dei casi nell’ordine del 400%. A Rio il numero dei decessi per Covid-19 è passato da 1.205 registrati il 6 maggio a 3.237 di ieri, con un aumento del 270%, secondo un rapporto del portale di notizie Uol (Universo online). San Paolo e Rio, entrambi nella regione sud-orientale, restano gli Stati più colpiti.
Vittime e contagi – In totale le vittime sono 17.971 e i 271.628 il totale dei positivi, ma un gruppo di scienziati indipendenti, che ha aperto un sito per monitorare in tempo reale la pandemia in Brasile, sostiene che nel Paese sarebbero circa tre milioni le persone contagiate, 11 volte più delle stime ufficiali, legate ai pochi test condotti. “Il governo brasiliano ha perso il controllo della pandemia. Il numero dei casi sta crescendo in maniera esponenziale”, ha detto a Bbc News Brasil il professor Domingos Alves, docente alla facoltà di medicina dell’Università di Riberao Preto.
Emergenza a San Paolo – A San Paolo, il numero di morti è salito da 3.045 a 5.363 nell’arco di 15 giorni, con una crescita vicina all’80%. A Rio il numero dei decessi per Covid-19 è passato da 1.205 registrati il 6 maggio a 3.237 di ieri, con un aumento del 270%. Nel testo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale per i 4.500 posti letto dalla rete privata si legge che “considerando gli studi condotti dal Centro di contingenza Covid-19, che indicano un aumento lineare del tasso di occupazione di questi letti, con l’attuale crescita dell’occupazione mantenuta e nonostante l’adozione, quando possibile, di alternative, come riduzione della durata della degenza dei pazienti e delocalizzazione degli stessi, ci sarà sicuramente un collasso del sistema sanitario in tre settimane, poiché i letti di terapia intensiva disponibili non sono ancora sufficienti per affrontare la crescente minaccia di danni gravi e irreparabili alla salute pubblica dello Stato”.
Gli scienziati: “Il governo ha perso il controllo” – Per il professor Domingos Alves, docente alla facoltà di medicina dell’Università di Riberao Preto che ha condotto lo studio indipendente secondo cui i contagi nel Paese sarebbero oltre tre milioni, “il governo brasiliano ha perso il controllo della pandemia. Il numero dei casi sta crescendo in maniera esponenziale”, ha detto a Bbc News Brasil. “Posso affermare categoricamente – ha continuato – che il Brasile si è trasformato nel focolaio principale di trasmissione del virus nel mondo. Prevedo uno scenario estremamente critico fino alla fine del mese di maggio”, ha aggiunto Alves. Uno dei principali motivi di tale discrepanza tra i dati sarebbe il basso numero di tamponi eseguiti. Fino ad oggi, il Brasile ha realizzato 3.462 test ogni milione di abitanti. Contro gli oltre 37mila per milione di abitanti degli Usa. “Anche negli Stati Uniti c’è una sottostima dei casi reali ma il numero dei contagi non sarebbe superiore a quello del Brasile“, ha detto Alves, che assieme ad una ventina di medici, biologi, economisti e fisici coordina un sito indipendente che monitora in tempo reale l’epidemia a livello statale e federale. “Il tasso di mortalità in Brasile è ufficialmente dell’8,6 per cento ma secondo noi è molto più basso, attorno all’1,1 per cento. Il tasso che vediamo nelle cifre ufficiali tiene conto fondamentalmente solo dei decessi negli ospedali“, ha concluso il professor Alves.