L'Ecobonus per le vetture a bassissime emissioni è stato rifinanziato con cento milioni da qui alla fine anno, mentre ai 70 milioni previsti per il 2021 ne sono stati aggiunti 200. E la partita per estenderlo ad una terza fascia di emissioni compresa tra 61 e 95 g/km di CO2, introducendo degli emendamenti, non è ancora chiusa
Che non si fosse fatto abbastanza per aiutare il settore auto ad uscire dalla crisi lo aveva implicitamente ammesso anche il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: “L’automotive è uno dei tasselli che ancora mancano, l’ho segnalato” aveva detto un paio di giorni fa nella sua relazione in commissione Industria al Senato. “C’è un segnale rispetto all’auto elettrica, ma un ragionamento sull’automotive andrà fatto in sede di conversione” del decreto, aveva aggiunto.
E un primo passo concreto in questa direzione è stato fatto, complici anche i malumori provenienti dai principali rappresentanti del comparto: infatti i fondi per gli ecobonus, destinati all’acquisto delle auto meno inquinanti, sono stati potenziati. Sono pensati per incentivare la diffusione di automobili con emissioni di anidride carbonica comprese fra 0-20 g/km, ovvero le auto 100% elettriche, e quelle con emissioni di CO2 che oscillano fra 21-60 g/km, ovvero le ibride plug-in. Pertanto, ai 70 milioni previsti per il 2020 (di cui 38 milioni ancora non utilizzati) si aggiungono altri 100 milioni. Mentre per il 2021 verranno aggiunti altri 200 milioni ai 70 già stanziati con la legge di bilancio per il 2019.
Giova ricordare che questi incentivi, erogati sotto forma di riduzione di prezzo dalla concessionaria, sono calcolati a seconda che l’acquisto avvenga con o senza rottamazione di un veicolo omologato Euro 0, 1, 2, 3 e 4: da 0 a 20 g/km di CO2 il bonus oscilla tra 4.000 e 6.000 mila euro; mentre da 21 a 60 g/km di CO2, l’ecobonus è compreso tra 1.500 e 2.500 euro.
Non è escluso, però, che nei prossimi giorni, durante la discussione in Parlamento, possano essere inseriti degli emendamenti volti a ricevere le richieste formulate da Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) per sostenere il mercato: a cominciare dall’istituzione di una terza fascia di auto beneficianti, quelle con emissioni di CO2 comprese fra 61 e 95 g/km. Il che potrebbe comportare un ulteriore potenziamento degli stanziamenti per gli Ecobonus. Va detto che l’aumento delle dotazioni del fondo fino al 2021 va nella direzione di quanto richiesto da Unrae a fine aprile, anche se la stessa associazione vorrebbe pure un aumento degli importi unitari degli incentivi per la seconda fascia (21-60 g/km CO2).
Tuttavia, oltre alla creazione di un terzo scaglione (61-95 g/km di CO2), l’associazione di categoria vorrebbe si sospendesse per il resto del 2020 il cosiddetto “Ecomalus” – ovvero la sovrattassa che pagano i veicoli che emettono più anidride carbonica di quella stabilita dalle normative – e si introducessero per l’anno in corso i Bonus stock (rendendoli cumulabili con gli Ecobonus), per agevolare la ripartenza del mercato. Senza contare la richiesta di riallineamento fiscale agli standard degli altri Paesi UE sui veicoli aziendali nuovi: in questo caso, Unrae chiede un aumento della detraibilità IVA al 100% o un aumento del tetto del costo deducibile fino a 50.000 euro.