I commercianti in Italia oggi? Sono “fottuti”. Un Nicola Porro scatenato a Fuori dal Coro di Mario Giordano. In una delle puntate cult sugli effetti del coronavirus e dei contestati decreti del governo Conte, dove Giordano e Paolo Del Debbio, ospite in studio, si sono messi a fare dei palleggiare come nella pallavolo (peraltro in grande stile) è stato lo sbotto di Porro a finire in primo piano.
“Lo Stato impone protocolli che cancellano il 10-15% di fatturato dei piccoli commercianti, ma in realtà ne cancellano il 50% – spiega il giornalista in collegamento da casa – Non ci sono i 600 euro, non c’è la cassa integrazione, non ci sono i prestiti. Allora sai qual è il problema di chi ci governa, ma non solo questi qui che ci sono ora, è che pensano che quelli (i piccoli commercianti ndr) sono ricchi, hanno una casa, e hanno profitti della madonna, in realtà non si capisce che un bar si regge sempre sul filo di lana. Se a quelli gli togli il 10% con dei protocolli della minchia, e continui a pensare che possono continuare non ad aumentare fatturato, ma a mettersi 100 mascherine e il plexiglass tra un posto e l’altro, allora sono fottuti”.
A questo punto Giordano lo interrompe urlando: “Ma Nicola obietteranno e la sicurezza?”. A quel punto Porro fa esplodere tutta la sua ira: “Ma chi se ne frega! Se muori che sicurezza hai? Quei sei operai che non prendono la cassa integrazione che sicurezza hanno? Ma chi se ne frega di questa mascherina? Se vogliamo vivere a rischio zero non prendiamo più l’auto per andare in ufficio, non dobbiamo prenderci l’influenza, non baciamo le persone, andiamo a controllare con il misurino come funzionano le cucine dei ristoranti. Basta, minch**”. Poi conclude: “Ogni decreto, ogni protocollo, ogni distanziamento, ogni Inail, ogni paura in più vuol dire la morte di una nuova azienda”.