di Emanuele Bompan

Riaprire le scuole sarà fondamentale, previa conferma dei livelli minimi di contagio coronavirus, per liberare i genitori e far ritrovare una dimensione sociale e pedagogica a ragazze e ragazzi. In autunno, tuttavia, il problema potrebbe essere come raggiungerle. Un numero rilevante di utenti dei mezzi pubblici sono giovani e giovanissimi che si recano a scuola e università. Eppure con una riduzione del 75% dello spazio disponibile su autobus e metro, per molti l’unica soluzione potrebbe essere l’automobile.

Un incubo per la mobilità, con strade congestionate, solo a Milano si teme un milione di auto in più rispetto alla media pre-Covid, emissioni di CO2 e quantità di particolato crescenti, costi economici per imprese e lavoratori dovuti ai ritardi causati dal traffico, impatti sulla salute rilevanti, incluso il rischio di aggravare un eventuale ritorno di fiamma autunnale della pandemia.

Un dilemma anche per tante lavoratrici e lavoratori, già in condizioni economiche precarie, che si troveranno costretti a muoversi con ampio anticipo per non rischiare di rimanere fuori dal treno o dal bus e arrivare in ritardo. Chi punta tutto sull’automobile, mezzo che soprattutto nelle zone montane, rurali e periferiche è al momento insostituibile e su cui è necessaria la riconversione all’elettrico, non tiene conto dei costi elevati di acquisto e gestione del mezzo, che per milioni di persone risucchiate dalla crisi, saranno temporaneamente insostenibili.

“In questa fase si contrarrà l’offerta di trasporto pubblico, per ragioni di sicurezza sanitaria, mentre aumenterà inevitabilmente la domanda di alternative all’auto e si faranno necessarie soluzioni per limitare la mobilità”, dice Lorenzo Bertuccio, presidente di Euromobility. “Per fare questo serviranno orari di lavoro differenziati per decogestionare le ore di punta, promuovere il telelavoro e favorire la mobilità attiva, bici e pedonale, con conseguenze positive sul benessere dopo un periodo di stop fisico forzato”.

Spostarsi a piedi, in bici, in monopattino, usando i mezzi pubblici solo per spostamenti superiori ai 10 km sarà fondamentale oltre che un dovere civico. Una rivoluzione non da poco nel paese del fashion e dell’auto ad ogni costo, che richiederà soprattutto uno sforzo culturale. “Questo è il momento più propizio per alleggerire la mobilità e spostarla sulla bici e a piedi, oltre che investire sull’elettrico”, spiega Stefano Caserini del comitato scientifico di Italian Climate Network.

“Possiamo cambiare la nostra cultura dei trasporti con impatti positivi sulla nostra salute e sull’ambiente, risparmiando sensibilmente, andando così ad ovviare la probabile congestione di settembre”. Una trasformazione che potrebbe essere durevole, dicono tutti gli intervistati per questo articolo. Una volta in sella non si scende più.

Mobilità sicura, l’auto non è l’unica risposta

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