La ragione è la circolazione del nuovo coronavirus: aumentare la copertura vaccinale significa meno malati e una più rapida diagnosi dei casi Covid, che in una prima fase hanno sintomi sovrapponibili. Non si tratterebbe però di un obbligo
Il prossimo inverno la platea di persone a cui è “raccomandato” il vaccino antinfluenzale potrebbe allargarsi notevolmente: tutti i bambini da 0 a 6 anni, gli anziani a partire dai 60 anni, e infine gli operatori sanitari delle Rsa. Al momento si tratta di un’ipotesi in fase di valutazione, che potrebbe essere prevista dalla circolare del ministero della Salute sulle vaccinazioni per l’influenza alla quale si sta lavorando in questi giorni, attesa a breve. “Rappresenterebbe un eccellente risultato“, ha sottolineato a Radio-1 Alberto Villani, presidente della società italiana di pediatria e componente del Comitato tecnico scientifico.
Fino ad oggi, l’antinfluenzale era raccomandato per gli over-65 e per i bambini affetti da particolari patologie. Alla base del possibile allargamento c’è la circolazione del nuovo coronavirus: aumentare la copertura vaccinale significherebbe evitare intasamenti nei Pronto soccorso e una più rapida diagnosi dei casi Covid. Una vaccinazione allargata consentirebbe di ridurre i possibili malati di influenza stagionale – i cui sintomi iniziali sono simili a quelli provocati dal coronavirus – e quindi si potrebbero distinguere più facilmente i malati di Covid-19 da quelli ‘semplicemente’ influenzati.
“Dobbiamo ricordarci – spiega Alberto Villani – che l’influenza è una malattia più impegnativa di quello che viene comunemente ritenuto, soprattutto per i bambini piccoli”. Fare il vaccino, continua, significa meno bambini ammalati che quindi che “non facciano controlli ambulatoriali, visite al pronto soccorso e evitino eventuali ricoveri“. Altro punto importante da ricordare, ha sottolineato, è che a vaccinarsi “debbano essere tutti gli operatori sanitari“.
La vaccinazione sarebbe comunque ‘raccomandata’ ma non obbligatoria. Diverso è il caso della Regione Lazio dove il governatore Zingaretti ha firmato un’ordinanza che rendere la vaccinazione obbligatoria per determinate categorie (over 65 e operatori sanitari) a partire dal 15 settembre. Diverse società di pediatria inoltre premono per un vaccino antinfluenzale obbligatorio fino a 14 anni. “L’obbligo di vaccinazione dal punto di vista della cultura sanitaria di un popolo rappresenta sempre una sconfitta – commenta Villani – sarebbe opportuno che tutti fossero convinti della necessità e opportunità di vaccinarsi senza ricorrere all’obbligo”. Tuttavia, ha concluso, “in alcune fasi storiche è importante ricorrere all’obbligo per fa sì che la popolazione sia protetta”