Mentre nel governo sale la tensione sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia e la capogruppo Atlantia avverte che senza un prestito con garanzia statale bloccherà gli investimenti, a sostegno della società che gestisce molte tratte autostradali interviene la lobby Aiscat. Il direttore generale, Massimo Schintu, in un colloquio con l’Ansa afferma che gli annunci del gruppo “non sono ricatti, ma una presa d’atto da parte di tutto il sistema”. “Sembra”, sostiene Schintu, “che ci sia un disegno (ma non ne abbiamo prove) di impedire le attività delle concessioni: se c’è, che venga esplicitato”.

Dal suo punto di vista, “tutto il settore è affidato a norme che stanno sgretolando il sistema. E gli atteggiamenti e le dichiarazioni, come dire ‘levo le concessioni a tutti’ (ad essere in discussione, dall’agosto 2018, è quella del gruppo che gestisce anche il tronco di Genova di cui faceva parte il ponte Morandi, ndr) fanno sì che la capacità debitoria si sia contratta. Questo è un problema non solo per Aspi ma anche per tutte le concessionarie pubbliche e private. La verità è che l’operatività di una concessione è ad alta intensità di capitali e questo significa che hanno bisogno di aver accesso al mercato dei capitali, altrimenti è finita”.

Ricordando il caso di Cdp che ha firmato l’erogazione di nuovi prestiti ad Aspi dopo il suo downgrade, Schintu si chiede retoricamente se “allora si vogliono far fallire le società” che in Italia “occupano 8-8.500 persone e valgono complessivamente una prospettiva di una ventina di miliardi di investimenti che non si possono fare se non c’è accesso al credito”. La sua chiosa è che “se neanche Aspi ce la fa ad andare avanti, come è possibile che tutto il settore resista?”.

Conclusione: “Forse ci vuole un po’ di lungimiranza“. La richiesta dell’Aiscat al governo è quindi quella di “interrompere questa escalation di annunci e ultimatum: si proceda a fare quello che va fatto”. Schintu dice che “con la ministra De Micheli abbiamo fatto un dialogo, ma qui mi pare che ognuno si alzi e dica la sua, che non ci sia una linea di Governo”. Ieri il viceministro M5s Giancarlo Cancelleri ha attaccato la ministra dem accusandola di avere “questo dossier dove ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa”, dossier che “non conosce nessuno questo dossier, né il M5s né altre forze di governo, né Conte”. Fonti del Mit hanno risposto che al contrario “è stato inviato alla presidenza del consiglio per avviare una discussione e un confronto necessari prima della decisione che avverrà in Consiglio dei ministri”.

Domenica il sottosegretario dem alle Infrastrutture Salvatore Margiotta, intervistato dal Corriere, ha detto che il dossier sulla trattativa con Aspi “neppure io l’ho visto, ma in un rapporto di fiducia tra alleati di governo bisogna rispettare il fatto che ci siano documenti riservatissimi. Sono certo che a Giuseppe Conte sia arrivato”. Rispetto al mantenimento o meno della concessione ad Autostrade per l’Italia, “i giuristi della commissione Toninelli indicarono elementi per una revoca, ma anche altri su un possibile rischio di azioni giudiziarie e questo “comporterebbe conseguenze”. Se il governo vuole “che la concessione rimanga a Aspi, è naturale che garantisca il prestito a un’azienda così importante”. Se ci sarà revoca, “non ci sarà motivo di fornire garanzie pubbliche”.

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