Mentre le tensioni tra Cina e Stati Uniti sono a un “passo dalla Guerra fredda”, a Hong Kong dopo aver lanciato lacrimogeni e acqua sui manifestanti, che sono tornati a protestare contro la legge sulla sicurezza, la polizia ha comunicato di aver arrestato almeno 120 persone. Secondo i media invece gli agenti hanno eseguito almeno 150 arresti. Gli ultimi casi sarebbero collegati ai tafferugli in corso a Wanchai. I manifestanti hanno cantato slogan “Stare con Hong Kong”, “Liberare Hong Kong” e “Rivoluzione dei nostri tempi”.

L’attivista Tam Tak-chi è stato arrestato durante le proteste per quella che la polizia ha dichiarato essere un’assemblea non autorizzata. Tam ha tenuto un “discorso sulla salute” ed è stato esonerato dalle misure di allontanamento sociale che vietano le riunioni di oltre otto persone. Secondo le forze dell’ordine della città stato i presidi non erano autorizzati. A partire da mezzogiorno, i dimostranti si sono raccolti nelle zone di Causeway Bay e di Wan Chai, bloccando diverse strade con barricate. Secondo la polizia alcuni negozi di Causeway Bay, che è zona di shopping, sarebbero stati oggetto di vandalismo, con le vetrine spaccate a mattonate. “La polizia non chiude gli occhi davanti ad atti illegali e violenti e ammonisce di astenersi da qualsiasi minaccia alla pubblica sicurezza e alla pace pubblica”, dichiarano le forze dell’ordine in un comunicato.

Nel corso della mattinata migliaia di persone si sono unite alla protesta e la polizia, oltre ai gas lacrimogeni, ha usato spray al peperoncino e cannoni ad acqua per cercare di disperderle. Alcuni dimostranti a volto coperto hanno eretto in strada barricate improvvisate per bloccare il passaggio dei mezzi della polizia. Hong Kong è una “questione interna della Cina” e nessuna interferenza “è tollerabile” dice il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in conferenza stampa, ha detto che la legge attualmente in discussione al Congresso nazionale del popolo sull’ex colonia “va approvata senza il minimo ritardo“. Wang ha ricordato la lacuna nella sicurezza nazionale che “spetta al governo centrale”, di fronte alla mancata azione del governo locale ex art.23 della Basic Law, sicuro che la norma non modificherà l’appeal di hub finanziario di Hong Kong. I sostenitori della democrazia a Hong Kong hanno fortemente criticato la proposta della Cina di emanare una legge sulla sicurezza nazionale che vieterebbe attività secessioniste e sovversive, nonché interferenze straniere e terrorismo nel territorio semi-autonomo. I critici affermano che va contro il quadro “un paese, due sistemi” che promette le libertà della città che non si trovano sulla terraferma.

La manifestazione di oggi è la continuazione di un movimento pro-democrazia che dura da mesi, iniziato l’anno scorso e che a volte è stato caratterizzato dalla violenza da parte della polizia. La nuova legge, che dovrebbe essere approvata il 28 maggio, aggirerebbe la legislatura della città e consentirebbe al governo di Hong Kong di istituire agenzie di terraferma nella città, scatenando il timore che ciò consentirebbe agli agenti cinesi di arrestare arbitrariamente le persone per attività ritenute pro -democrazia.

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