A Milano arriva la prima misura per contenere gli assembramenti legati alla movida: il sindaco Giuseppe Sala ha deciso di vietare la vendita di bevande per l’asporto dopo le 19. A comunicarlo è stato lo stesso primo cittadino del capoluogo lombardo al termine di un incontro in prefettura con il prefetto Renato Saccone. Un tavolo – che cade nello stesso giorno della riunione della Conferenza delle Regioni sulle riaperture – voluto proprio da Sala che in mattinata aveva già annunciato che quanto visto nello scorso week end non sarebbe stato ripetibile.
La mossa del sindaco sembra mirata a ridurre l’affollamento delle piazze più frequentate negli orari dell’aperitivo o per una bevuta dopo cena, nelle quali dall’inizio della Fase 2 in tanti erano tornati a consumare birre e cocktail senza rispettare le distanze minime suggerite.
Il divieto di asporto riguarderà non solo i bar “ma anche i negozietti di prossimità, ma non i supermercati – ha aggiunto il sindaco – Di fatto quello che sanzioneremo sarà il consumo di alcolici in piedi se non sarà in un luogo dedicato, definito come spazio prospiciente al bar”. La norma sarà in funzione a partire da domani sera dopo un’ordinanza del sindaco. La sanzione per chi non rispetterà le regole rimane quella attuale sul divieto di assembramento.
Non ci saranno quindi chiusure anticipate o modifiche agli orari di apertura e chiusura dei bar: “Non poniamo limiti temporali alla chiusura dei locali – ha detto Sala – Ci abbiamo pensato ma non ne vale la pena per non penalizzare i servizi commerciali e perché magari la situazione così può anche peggiorare”.
“Un secondo weekend così”, con molte zone di Milano e diverse piazze italiane affollate per la movida “non si può immaginare”, aveva annunciato nel quotidiano video su Facebook sottolineando che “bisogna trovare una formula” per gestire la situazione, perché, se da una parte “gli inviti al buon senso funzionano poco”, dall’altra “è illusorio pensare di controllare tutto”. L’obiettivo, spiegava Sala, è quello di “evitare chiusure”. La soluzione è arrivata nel corso dell’incontro in prefettura, mirata ad avere attorno a bar e locali solo i clienti che consumano al tavolo.
Un appello alla responsabilità arriva anche da Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, affinché “per colpa di qualche irresponsabile non ci tocchi chiudere ciò che abbiamo riaperto”. Se si è potuto riaprire “quasi tutte le attività” è stato, ha ricordato, “grazie allo straordinario lavoro impagabile dei professionisti della sanità, che non ringrazieremo mai abbastanza, ma dall’altro alle restrizioni e ai sacrifici chiesti agli italiani”.