Cronaca

Migranti, questura di Agrigento smentisce lo sbarco di 400 persone: “Sono una settantina, l’imbarcazione non poteva contenerne altri”

Nella ricostruzione fornita da alcuni testimoni, rivista solo in parte dal sindaco Stefano Castellino, centinaia di persone, una volta sbarcate, si erano sparpagliate in piccoli gruppi ed erano fuggite in diverse direzioni, facendo perdere le proprie tracce

Nessuno sbarco di massa, come ipotizzato inizialmente da alcuni residenti della zona, sulla spiaggia di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino. Mentre ieri si era diffusa la notizia che 400 migranti, con l’aiuto di una ‘nave madre’ erano riusciti ad approdare sulle coste siciliane, la questura di Agrigento ha poi dichiarato che le persone arrivate, e poi rintracciate, sono in realtà una settantina o poco più.

Questo perché il peschereccio rimasto incagliato sugli scogli vicino al punto di sbarco non avrebbe potuto contenere un numero così elevato di migranti e nemmeno 300, come aveva invece ipotizzato il sindaco Stefano Castellino che dei numeri aveva parlato con alcuni degli arrivati, tutti tunisini, radunati al Castello del paese, i quali gli avevano riferito di due imbarcazioni. “Le ricerche sono state finora capillari e approfondite – spiega la questura – e, al momento, sono state bloccate una sessantina di migranti. Gli elicotteri utilizzati dalla Guardia di finanza, inoltre, non hanno rilevato la presenza di un altro barcone oltre a quello già recuperato”.

Nella giornata di domenica si era diffusa la notizia che una nave ‘madre’ era riuscita ad arrivare fino a pochi metri dalla spiaggia, dove aveva poi fatto sbarcare circa 400 persone. La ricostruzione parlava di migranti che avevano raggiunto la battigia e si erano poi dispersi, con l’imbarcazione che aveva invece ripreso il largo. Polizia e carabinieri si erano messi alla loro ricerca, anche con l’aiuto di un elicottero. Il sindaco Castellino aveva raggiunto l’area dove sono state radunate le persone finora rintracciate portando loro mascherine, bottiglie d’acqua, di tè e ciambelle.

Dopo lo sbarco, sempre secondo la ricostruzione iniziale, i migranti divisi a piccoli gruppi erano fuggiti lungo le strade e le campagne. Tanti sulla statale 115, in direzione Agrigento. Avrebbero chiesto acqua agli automobilisti di passaggio, qualcuno anche di salire a bordo delle auto. “Da quello che dicono i miei concittadini che hanno assistito ai momenti immediatamente successivi allo sbarco, sono state viste tantissime persone che scappavano per le campagne circostanti”, aveva raccontato il sindaco. “Pare che fossero circa 300 su due imbarcazioni e una trainava l’altra. Ricerche sono in corso, un altro gruppo di migranti, appena adesso, è stato rintracciato a Cala Vincinzina e altri lungo la strada verso Palma di Montechiaro”.

Sempre nelle scorse ore, 52 migranti dell’Africa subsahariana, fra cui alcune donne, sono stati bloccati dai carabinieri della stazione di Linosa (Agrigento) dopo che con un’imbarcazione di circa 10 metri sono riusciti ad arrivare sugli scogli della più piccola isola delle Pelagie. Due episodi che arrivano al termine di una settimana in cui a Lampedusa si sono verificati altri tre sbarchi autonomi, in cui cioè le navi sono riuscite a raggiungere da sole la costa italiana. Nei tre precedenti, però, la Guardia costiera è sempre intervenuta prima scortando le imbarcazioni in porto.