Una partita praticamente dominata dalla squadra di Ancelotti per centoquattrordici su centoventi minuti giocati. Ne mancano solo sei, quella della rimonta Reds a inizio secondo tempo che fissa il risultato sul 3 a 3. A Istanbul il primo a presentarsi sul dischetto è Serginho, di fronte Dudek inizia a muoversi: balla, alza e abbassa le braccia, spostandosi da destra a sinistra e viceversa
Manuel Mejuto Gonzalez ha fischiato la fine. La finale della Champions League 2005 si deciderà ai calci di rigore. Nella storia della massima competizione europea è già successo in altre sette occasioni. L’ultima appena due anni prima, con il Milan vittorioso sulla Juventus. La prima volta in assoluto, invece, è datata 1984. All’Olimpico due errori della Roma regalano il trofeo al Liverpool. E sono proprio Milan e Liverpool a essere chiamate sul dischetto dello stadio Ataturk di Istanbul. È il 25 maggio. La sfida è terminata sul tre a tre. Dei centoventi minuti giocati, circa centoquattrordici sono stati di marca rossonera. Al dominio milanista mancano solo sei minuti. Proprio quelli che hanno fatto la differenza. È in quel breve, quasi insignificante, lasso di tempo che la squadra di Rafa Benitez rimonta il tre a zero con cui i rossoneri avevano chiuso il primo tempo, dandosi la forza di resistere fino alla lotteria dei rigori. Adesso tutto può succedere e a contare sono sopratutto le energie mentali. I giocatori sono tutti a centrocampo in attesa di cominciare. È un momento di grande incertezza eppure all’interno dell’Ataturk non c’è nessuno che non sappia come finirà.
SERGINHO – Il primo ad essere chiamato è il milanista Serginho. È entrato al minuto ottantasei al posto di Clarence Seedorf e dal suo piede è partito l’assist per l’occasione più nitida costruita dai rossoneri durante i tempi supplementari. Di fronte al brasiliano c’è il portiere dei Reds Jerzy Dudek. Non è un para-rigori ma sta giocando la partita migliore della sua carriera. Il brasiliano ha appena sistemato il pallone quando, all’improvviso, Dudek inizia a muoversi sulla linea di porta. Alza e abbassa le braccia, spostandosi da destra a sinistra e viceversa. Ancelotti guarda il portiere polacco. Ha già visto quella scena. Esattamente ventuno anni prima, quando era il perno del centrocampo della Roma finalista di Coppa Campioni. Non era in campo quella sera a causa di un infortunio ma ricorda bene i balletti del portiere del Liverpool Bruce Grobbelaar per condizionare i tiri dei giallorossi. Con Bruno Conti e Ciccio Graziani la tattica funzionò. Entrambi alzarono troppo la mira. Così come ha appena fatto Serginho.
HAMANN – Ad aprire la serie per il Liverpool è il tedesco Hamann. È subentrato a inizio secondo tempo, dando peso al centrocampo e un maggior equilibrio. È un giocatore dalla grande esperienza che sa come si vince. Tra Bayern Monaco e Liverpool ha già alzato undici titoli. Il suo destro a mezz’altezza è angolato e forte. Dida arriva solo a toccare il pallone. Il Liverpool è avanti.
PIRLO – Per i rossoneri adesso è la volta di Andrea Pirlo. È il rigorista della squadra da due anni. In pratica una certezza. È stato suo l’assist per l’uno a zero di Paolo Maldini dopo cinquantasette secondi. Un cross perfetto che ha trovato, a centro area, il destro al volo del capitano rossonero. Centoventi minuti dopo a Pirlo viene chiesto di mandare un segnale di riscossa. Eppure anche l’uomo più freddo di Ancelotti si fa ipnotizzare dalla tattica di Dudek. Il suo destro è debole e poco angolato.
CISSE’ – È un’occasione troppo importante per i Reds. Cissè non se la lascia sfuggire. Dida da una parte e pallone dall’altra. Due a zero.
TOMASSON – Tocca a Tomasson. Il danese ha preso il posto di Crespo a cinque minuti dalla fine dei regolamentari. A inizio del primo tempo supplementare anche lui ha avuto una grande occasione. Una lieve deviazioni di Traorè su cross di Serginho l’ha messo fuori tempo quando era tutto solo davanti a Dudek. Il suo destro riesce solo a sfiorare la sfera. Viene da un stagione complicata dopo essere stato uno dei grandi protagonisti dello scudetto di un anno prima. È suo il primo segnale del Milan. Il suo destro è forte e rabbioso. Dudek è spiazzato.
RIISE – Il prossimo sul dischetto è il norvegese Riise. Al minuto cinquantaquattro è stato suo il cross per il tre a uno a Steven Gerrard. La rete che ha aperto la rimonta dei Reds. Il suo sinistro è angolato e rasoterra ma Dida para. Il Milan torna a sperare. Per il portiere brasiliano è il secondo rigore parato nella serata. È il primo però che abbia un peso. Siamo al quindicesimo della ripresa e Xabi Alonso si presenta dagli undici metri. Il rigore l’ha guadagnato Gerrard con un grande inserimento in area. Gattuso era stato costretto stenderlo. Lo spagnolo ha adesso la grande occasione di completare una rimonta impensabile. Il suo destro viene respinto ma non trattenuto da Dida. Xabi Alonso si avventa sulla respinta anticipando l’intervento in scivolata di Nesta. La palla finisce sotto la traversa. La rimonta è completa.
KAKA’ – Sul pallone va Kakà. Nel primo tempo ogni sua accelerazione è stata un pericolo per il Liverpool. Però molto è lui il migliore in campo. All’intervallo dei regolamentari manca un minuto. Kakà prende palla a centrocampo e vede la profondità per Hernan Crespo. È un lancio rasoterra di 50 metri che taglia in due la difesa degli inglesi. Il numero undici rossonero si ritrova solo davanti a Dudek. Tocco sotto e tre a zero per il Milan. Per l’attaccante in prestito dal Chelsea è doppietta. Sarà la rete dell’illusione. Sul dischetto la concentrazione del giovane brasiliano non cala. Dudek è spiazzato nonostante i balletti.
SMICER – A prendere la sfera ora è il ceco Smicer. Come Serginho, Hamann e Tomasson è subentrato nella finale. Sua è stata la seconda rete del Liverpool al minuto cinquantasei con la complicità di Dida. Il suo destro da fuori area è un tiro tutt’altro che imparabile. La palla sfugge alla respinta del portiere del Milan e si infila nell’angolino. Dei tre gol forse è il più importante. Il rigore è impeccabile. I Reds sono a un passo dalla vittoria.
SHEVCHENKO – Come due anni prima l’ultimo rigorista del Milan è Andriy Shevchenko. Questa volta però il Milan non chiede all’ucraino di chiudere la partita, ma di allungarla per mettere pressione sull’ultimo tiratore del Liverpool. Non ha davanti Buffon, eppure c’è la sensazione che per Shevchenko questo sarà un rigore molto più complicato. Nell’arco della partita ha assistito Crespo per la rete del raddoppio rossonero ma la porta è rimasta un tabù. Una rete annullata, un calcio di punizione deviato in angolo da Dudek, un salvataggio di Traoré sulla riga e poi l’opportunità capitatagli a metà del secondo tempo supplementare. La più grande. Il cross di Serginho è perfetto. Il colpo di testa di Shevchenko viene solo respinto da Dudek. L’ucraino si avventa sulla ribattuta e calcia a botta sicura da meno di un metro con il portiere ancora disteso a terra. Dudek alza d’istinto la mano e devia la sfera che si impenna sopra la traversa. È in quell’istante che il Milan ha capito che perderà. Il rigore di Shevchenko è debole. La direzione centrale. Dudek si distende e con la gamba respinge. È finita. Il Liverpool ha vinto la sua quinta Champions League. La più incredibile, non soltanto della storia dei Reds.