L'ex ministro dell'Interno è accusato di plurimo sequestro di persona per aver trattenuto 146 migranti a bordo della nave, al largo di Lampedusa, nell'agosto 2019. "Sono tranquillo, rifarei tutto", ha commentato alla vigilia del voto. Gasparri: "Spero che prevalgano le valutazioni giuridiche e quindi l’accoglimento della mia relazione che dice di respingere la richiesta". Il pallottoliere: si parte da un pareggio con l'ex M5s Giarrusso ago della bilancia
Alla vigilia del voto in Giunta per le autorizzazioni a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Open Arms, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha confermato quanto era prevedibile: il Movimento 5 Stelle voterà affinché l’ex Ministro dell’Interno “possa essere processato come un normale cittadino”. “Noi come M5S continueremo come abbiamo fatto, come nel caso Gregoretti: pensiamo che il confronto per Salvini deve essere davanti alla magistratura“, ha detto l’esponente dell’esecutivo. In serata, il leader della Lega ha replicato ostentando – come fa spesso in questi casi – sicurezza : “Pd e 5Stelle vogliono mandarmi a processo per aver bloccato uno sbarco l’anno scorso? A differenza di altri, io non cambio idea: fermare gli sbarchi di clandestini, combattere gli scafisti, difendere la sicurezza, l’onore e la dignità dell’Italia non è un reato, ma un dovere”.
L’ex ministro dell’Interno è accusato di plurimo sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver trattenuto a bordo della nave Open Arms – al largo di Lampedusa – 164 migranti poi fatti scendere su ordine del procuratore di Agrigento, dopo venti giorni. I fatti risalgono all’agosto 2019. L’inchiesta era stata aperta dalla Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio e poi passata per competenza a Palermo. Per i giudici il decreto sicurezza bis “non può essere applicato a navi che soccorrono naufraghi” perché “il soccorso in mare è obbligatorio“. Ma Salvini ribadisce: “Ho difeso la legge, la sovranità, la sicurezza, l’onore e la dignità italiane, con l’accordo dell’intero governo. Sono tranquillo e rifarei tutto, non per interesse personale ma per tutelare il mio Paese”.
Sul voto di domani è intervenuto anche Maurizio Gasparri, presidente della Giunta per le Elezioni e le immunità: “Non è ancora facile prevedere l’esito – ha detto il senatore di Forza Italia al termine della riunione di oggi – ci sono stati interventi che hanno confermato sostanzialmente le posizioni della vigilia”. Almeno sulla carta, 11 senatori sono a favore del rinvio a giudizio, 11 sono contrari, con Michele Giarrusso, ex Cinque Stelle, oggi al Misto, nell’inedito ruolo di ago della bilancia.
“Però vedo che c’è una riflessione intorno ai temi della mia relazione. Quindi spero che prevalgano le valutazioni giuridiche e quindi l’accoglimento della mia relazione che dice di respingere la richiesta, e che non prevalgano invece le ragioni di appartenenza”, ha detto Gasparri, che aprirà i lavori alle 9 illustrando perché “il comportamento dell’allora ministro Salvini era coperto da immunità, perché ha agito nella sua qualità di ministro dell’Interno, di conformità ai principi fondamentali della Costituzione”. La richiesta potrebbe, quindi, passare con il voto dei 5 leghisti (Urraro, Pillon, Stefani, Pellegrini e Augussori) dei 4 di Fi (Malan, Paroli, Modena e Gasparri) e di Balboni, di Fratelli d’Italia, A votare a favore della relazione Gasparri anche l’autonomista Durnwalder. A favore al processo dovrebbero votare i senatori di Pd, Leu e M5s. Il verdetto dovrà essere poi ratificato dall’Aula del Senato, entro 30 giorni.