Dopo due mesi e mezzo di lockdown, non si potrà più fare attività fisica obbligatoriamente solo a casa o al parco. Da oggi, infatti, riaprono in tutta Italia palestre e centri sportivi. Unica esclusa, al momento, è la Lombardia, che dovrà attendere almeno fino al 31 maggio. Distanza e protezione, sono le parole chiave: gli ingressi saranno limitati e contingentati in ogni struttura, ma anche nelle sale e negli spogliatoi – probabilmente sarà necessario prendere un appuntamento -, obbligatorio mantenere le distanze di minimo un metro e disinfettare tutto dopo ogni uso. Il nuovo ‘codice‘ sono le linee guida aggiornate e approvate dalla Conferenza delle Regioni e poi attuate nel dettaglio attraverso protocolli ad hoc per garantire l’allenamento in sicurezza per clienti e istruttori.
Oltre alla Lombardia, altra eccezione è la Basilicata: il governatore Vito Bardi ha rinviato l’apertura al 3 giugno. Tante le critiche ricevute, compresa quella del sindaco di Potenza Mario Guarente che ha definito l’ordinanza regionale “ingiustificata e immotivata”, per cui valuterà i dati di oggi per provare ad anticipare la ripresa al 26 maggio. Prendono tempo anche le piscine e palestre comunali di Bologna, chiuse fino a fine mese per definire i protocolli di sicurezza con i gestori. Per tutti infatti sarà una nuova vita, fatta di obblighi di legge, cautele, tempi che si allungano e clienti che si riducono o si diradano.
Come raccontato da ilfattoquotidiano.it, le perdite del settore saranno ingenti. La International Fitness Organization stima che nei primi cinque mesi dell’anno si perderà un miliardo di euro con oltre 200mila posti di lavoro a rischio. Nel 2019 le palestre italiane contavano 5,5 milioni di abbonati.