Il ministero dell'Economia dovrà poi decidere se procedere. Roberto Gualtieri ha assicurato che verranno "imposte condizioni molto rigide" tra cui il fatto "le risorse siano tutte utilizzate per il pagamento della filiera di fornitori in Italia" e la conferma di "tutti gli investimenti" nella Penisola e dei livelli occupazionali. Le concessionarie chiedono che l'eventuale finanziamento a condizioni di favore abbia riflessi positivi anche per loro
Mentre il governo pone la questione di fiducia sul decreto Liquidità alla Camera, Intesa Sanpaolo è pronta ad approvare il discusso prestito da 6,3 miliardi di euro con garanzia pubblica a favore di Fca. Secondo Bloomberg il cda della banca si riunirà per approvare l’accordo, anche se l’ultima parola spetta ovviamente al governo italiano perché il ministero dell’Economia dovrà dare il via libera al meccanismo previsto dal decreto Liquidità. E anche al trattamento di favore chiesto dalla casa automobilistica, che vorrebbe una garanzia dell’80% invece del 70% che le spetterebbe stando al decreto, visto che il fatturato supera i 5 miliardi.
Bloomberg ricorda che il prestito triennale – stando a quanto annunciato dall’azienda – dovrebbe arrivare “direttamente ai fornitori” di Fca Italy, che “lo scorso anno ha perso circa 1 miliardo“. E aggiunge che il gruppo nel primo trimestre ha bruciato 5,5 miliardi a causa del lockdown che ha imposto la chiusura degli stabilimenti e fatto crollare le vendite del 98% in aprile.
Nei giorni scorsi, dopo le polemiche sull’opportunità di concedere la garanzia statale a una società la cui capogruppo ha sede in Olanda e si appresta a distribuire nel 2021 un dividendo straordinario da 5,5 miliardi, il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano aveva chiesto che il gruppo come segno di buona volontà “condivida con il governo italiano i suoi country by country report”, rapporti che contengono i dettagli su dove vengono realizzati gli utili e dove si pagano le tasse, “anche per rendere meno discrezionale, nel caso di una grande azienda, la scelta di offrire grandi garanzie pubbliche”.
Dal canto suo Roberto Gualtieri ha assicurato che verranno “imposte condizioni molto rigide” tra cui il fatto “le risorse siano tutte utilizzate per il pagamento della filiera di fornitori in Italia” e la conferma di “tutti gli investimenti che si era impegnata a fare” nella Penisola e dei livelli occupazionali. Il testo del decreto Liquidità impone solo la “gestione dei livelli occupazionali attraverso accordi sindacali”: una frase vaga che di fatto non richiede il mantenimento dei posti di lavoro, ma solo la negoziazione con i rappresentanti dei lavoratori.
In attesa della decisione di Intesa, le imprese dell’indotto chiedono che l’eventuale prestito a condizioni di favore abbia riflessi positivi anche per loro. Il presidente onorario di Unimpresa Paolo Longobardi ha fatto presente che “il denaro che il gruppo Fiat Chrysler Automobiles presta abitualmente alla sua rete di concessionari di automobili viene erogato attraverso finanziamenti della controllata Fca Bank con interessi che vanno dal 5% al 6%“. Quindi “c’è da sperare che queste condizioni vengano riviste immediatamente, con importanti abbattimenti dei tassi, qualora Intesa Sanpaolo decida di accordare il finanziamento coperto da garanzia statale a tassi assai contenuti, certamente non superiori al 2%”. Insomma: “Ci aspettiamo che la liquidità venga girata alle imprese del settore senza margini di guadagno: insomma, i contribuenti italiani non devono diventare il paracadute di una vantaggiosa operazione finanziaria di un colosso industriale”.