Questa mattina si è svolto un incontro in videoconferenza con il Ministro Speranza, il presidente della Conferenza delle Regioni, Bonaccini, la Presidenza di Aiop e di Aris, ma senza giungere a un'intesa. "Gli operatori del settore e delle Rsa - si legge in una nota firmata dalle sigle - sono senza contratto rispettivamente da 14 e da 8 anni"
“Il rinnovo del contratto collettivo di lavoro nazionale è prima di tutto un atto di coerenza e di rispetto verso tutti i lavoratori che stanno affrontando la pandemia – al pari dei loro colleghi del sistema sanitario nazionale – garantendo le prestazioni sanitarie e l’assistenza agli ammalati”. Con queste motivazioni i sindacati hanno confermatolo sciopero della sanità privata e delle Rsa il prossimo 18 giugno. In una nota Cgil, Cisl e Uil spiegano che lunedì mattina si è svolto un incontro in videoconferenza con il Ministro Speranza, il presidente della Conferenza delle Regioni, Bonaccini, la Presidenza di Aiop (l’Associazione Italiana Ospedalità Privata) e la dirigenza di Aris: l’obiettivo era affrontare il tema del rinnovo, ma l’esito non è stato quello sperato. “Gli operatori del privato e delle Rsa, sono senza contratto rispettivamente da 14 e da 8 anni”, scrivono.
“Aiop ed Aris stanno negando il diritto di migliaia di operatori a vedersi rinnovato il proprio contratto di lavoro“, proseguono, specificando che “sia il Ministro Speranza che il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, nell’aprire la riunione, hanno sottolineato come il tema del rinnovo del contratto non possa più essere ulteriormente procrastinato dopo lo stanziamento delle risorse necessarie a dare attuazione a quanto concordato in sede ministeriale”. Nella nota i sindacati parlano di “ampie rassicurazioni” del Ministro Speranza e di Bonaccini in merito alle previsioni del dl fiscale, e definiscono “inacettabile” la richiesta dell‘istituzione di una clausola compromissoria “che subordini l’applicazione del nuovo contratto al raggiungimento di un’intesa regionale”.
Secondo i lavoratori, invece, gli accordi sulle tabelle economiche sono stati raggiunti già lo scorso gennaio perciò “non resta che procedere ad una rapida sottoscrizione”. Oggi “il rifiuto di porre la firma da parte di Aiop ed Aris rappresenta un vero e proprio ricatto che giudichiamo intollerabile”, concludono. “Lo sciopero è un diritto dei lavoratori, sta nella responsabilità di Aris e Aiop chiudere la trattativa nelle prossime ore affinché non si chieda un ulteriore sacrificio a queste lavoratrici e a questi lavoratori”.