Era in corso da tre anni l’inchiesta della procura di Como sul Casino’ di Campione. Per 18 persone fisiche, tra cui gli ex sindaci Marita Pittaluga e Roberto Salmoiraghi, e per la società indagata per la legge 231, è arrivato l’avviso di conclusione indagini notificato dagli uomini della Guardia di finanza che hanno condotto le indagini. I reati contestati, dal 2013 al 2018 e riguardano, la gestione del Comune di Campione d’Italia (per il quale è stato dichiarato il dissesto il 7 giugno 2018) e la gestione della società Casinò di Campione (dichiarata fallita, successivamente alla dichiarazione di dissesto del Comune-unico azionista della scoeità, nel luglio 2018 con sentenza del Tribunale di Como, successivamente annullata dalla Corte di appello di Milano).
La procura, guidata da Nicola Piacente, contesta a due distinte amministrazioni comunali “la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco, la modifica, svantaggiosa per il Comune di Campione d’Italia, della convenzione siglata in data 29/12/2014 tra il Comune di Campione d’Italia e la società di gestione Casinò di Campione l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune facendo ricorso ad anticipi di tesoreria”. L’abuso d’ufficio viene contestato a sindaco (dal 28/05/2007 al 16/06/2017), vicesindaco (10/02/2014), al segretario del comune (in carica dal 21/10/2009 al 30/09/2017) e al capo dell’area economica finanziaria dal 29/12/1998 al 01/12/2018.
Secondo l’accusa avrebbero rinunciato a crediti “liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco”, avrebbero “modificato in termini svantaggiosi per il Comune di Campione d’Italia la convenzione siglata … riducendo tra l’altro di 13.087.634,59 franchi l’importo del contributo originariamente stabilito in 41.300.000 dalla convenzione stipulata in data 29/12/2014, approvando il bilancio di previsione 2015 ed il conto del bilancio 2015″, avrebbero “condizionato con la delibera del 24/04/2015, il pagamento del credito di 30.516.392,00 alla previsione di introiti futuri da parte del Casinò superiori al limite dei 130 milioni di franchi” e avrebbero “aver fatto reiteratamente ricorso, per gli anni dal 2013 al 2017, all’anticipazione di tesoreria … per fare fronte al mancato versamento da parte della casa da gioco del contributo annuale ed aggravando il dissesto dell’ente” e di aver infine consentito al Casinò “la prosecuzione dell’attività, omettendo l’adozione delle misure previste dalla convenzione sulla gestione della casa da gioco” avvantaggiando il Casinò e portando alla bancarotta il comune.
Un modus operandi proseguito anche con il nuovo sindaco Salmoiraghi, il segretario comunale in carica in carica dal 29/12/2017 e il capo Area economico finanziaria in carica dal 29/12/1998 al 01/12/2018, quando stando alle indagini è stata modificata la convenzione siglata tra comune e società sempre a svantaggio delle casse pubbliche. La procura contesta anche la falsità ideologica per l’approvazione di rendiconti di gestione per gli anni dal 2012 al 2017 che alteravano il risultato di amministrazione: per cui venivano indicate maggiori spese di personale, allo scopo di giustificare i pagamenti di indennità integrative. Contestato anche il falso per la delibera del dicembre 2017 riguardo “il conferimento dell’immobile comunale “Villa Mimosa” al Casinò”.
Nella richiesta di fallimento avanzata dalla Procura si era rimarcato che tale conferimento aggravava l’indebitamento societario e contestualmente depauperava ulteriormente l’ente locale, spogliandolo di un bene di sua proprietà. Infine la procura contesta il falso in bilancio dal 2015 al 2017 all’amministratore delegato, ai componenti del consiglio di amministrazione della spacCasinò di campione, nonché dei componenti del collegio sindacale in carica al 20.07.2017 e anche a un commercialista. Infine viene contestato l’abuso d’ufficio a Salmoiraghi, al suo vice e al segretario comunale in carica fino al 29 dicembre 2017 per aver consentito “a parenti del sindaco e vice sindaco la conservazione del rapporto di pubblico impiego con l’ente comunale, utilizzando criteri mirati a preservare le posizioni lavorative degli stessi in contrasto con il reale fabbisogno dell’ente locale ipotesi di scambio di favori ad altre figure della Amministrazione (falsa attestazione della residenza nel Comune di Campione e in Svizzera a fronte della archiviazione di un procedimento disciplinare”.