Luca Zaia, Governatore della Regione Veneto, e Francesca Russo, capo dipartimento della Prevenzione in Veneto, fanno capire attraverso i media che i meriti della strategia basata sui tamponi di massa sviluppata in Veneto è da attribuire al piano di sanità pubblica Veneto (da loro diretto e programmato). Come ha spiegato Zaia stesso: “I tamponi a tutti sono stati una mia invenzione.”
Il prof. Andrea Crisanti, arrivato all’Università di Padova da pochi mesi, dopo un’esperienza internazionale in varie Università straniere inclusa la famosa Imperial College a Londra, non è d’accordo, e ci va giù pesante dicendo che il “Piano Veneto sui tamponi era una baggianata.”
L’approccio dei tamponi di massa, che in un post precedente ho chiamato “delle 4T” (testing, tracing, treating, timely) è stato per primo sviluppato da paesi asiatici inclusi Corea del Sud, Vietnam, Hong Kong e Taiwan e, come in Veneto, ha prodotto risultati invidiabili in termini di vite umane salvate. La Sud Corea, ad esempio, che lo ha adottato per prima, ha avuto meno di 300 vittime e una crescita del Pil di 1,3%.
La domanda è semplice, ma fondamentale: chi ha salvato migliaia di vite attraverso la strategia dei tamponi di massa in Veneto? La Regione Veneto (Zaia/Russo) o il prof. Crisanti dell’Università di Padova?
E’ piuttosto facile conoscere la verità. In questa intervista Francesca Russo dice, se ho capito bene, che “il dottor Crisanti ha dichiarato che voleva fare i tamponi ai cinesi attraverso la stampa. Non è arrivata nessuna richiesta formale.” La dottoressa Russo dice inoltre che Crisanti voleva fare i tamponi “solo ai cinesi”.
Mark Twain, famoso scrittore americano, diceva che “una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta mettendo ancora le scarpe.” Altri però ci hanno spiegato “che le bugie hanno le gambe corte.” Specie nell’era dei social che, oltre a rendere virali tante stupidaggini, offrono la possibilità di verificare documenti, fatti e informazioni quasi in tempo reale.
Una lettera spedita al prof. Crisanti (vedasi allegato) e al direttore generale della Azienda ospedale università di Padova, dottor Fior, datata 11 febbraio e firmata dal direttore generale area Sanità e sociale della Regione Veneto, dottor Domenico Mantoan, spedita per conoscenza alla dottoressa Russo (direttrice Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione), dovrebbe aiutarci a capire.
La lettera fa riferimento all’idea di Crisanti di sottoporre al tampone non solo coloro che mostravano sintomi compatibili con l’infezione, ma tutti coloro che rientravano dalla Cina e i casi asintomatici. Crisanti aveva infatti intuito presto l’esistenza di pazienti asintomatici, portatori sani che pur non mostrando alcun segno della malattia sono stati contagiati e possono contagiare altre persone.
Secondo voi, la lettera della Regione Veneto a Crisanti suona come un incoraggiamento o un rimprovero? Leggetela e decidete.