Un laboratorio per la produzione di maglieria, con tre dipendenti regolarmente assunti, trasformato in un laboratorio tessile con 16 lavoratori in nero per la produzione di camici monouso e mascherine. Lo hanno scoperto gli agenti della divisione Polizia amministrativa durante un controllo in un capannone alla periferia di Torino.
Entrando nel laboratorio, che si estende per oltre mille metri quadrati i poliziotti hanno trovato 16 operai di nazionalità cinese intenti a confezionare camici e kit monouso insieme al titolare dell’attività, un cittadino cinese di 45 anni, e al figlio diciottenne, per una ditta del cuneese che aveva fornito la materia prima per la realizzazione dei kit.

I tre dipendenti regolarmente assunti non erano presenti, mentre alcuni tra i 16 operai in nero, provenienti dal milanese, erano stati chiamati proprio per rispondere all’eccezionale richiesta di camici e mascherine. Due di loro erano, inoltre, privi del permesso di soggiorno in Italia e nel locale mancavano il documento di valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro e gli estintori. Il titolare è stato denunciato per vari reati relativi alla violazione delle norme sul lavoro e sulla sicurezza negli ambienti di lavoro.

Articolo Precedente

Perdere i punti di riferimento fa vacillare il senso d’identità, ma Silvia Romano ha vinto la sua sfida

next
Articolo Successivo

Trento, rubati diversi capi firmati e bici elettriche per un totale di quasi 200mila euro nel Nord Italia: sette arrestati

next