Il dialogo “è essenziale” e l’apporto del parlamento può “migliorare il decreto”. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato ha sottolineato l’importanza dell’esame del dl Rilancio. Una partita delicata, per la portata di un provvedimento “senza precedenti” che “ha un impatto pari a 55 miliardi in termini di indebitamento e 155 miliardi in termini di saldo netto da finanziare”. Subito dopo l’audizione, Gualtieri in compagnia del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha incontrato i capigruppo dell’opposizione per definire il percorso del decreto: durante l’incontro sono emersi da parte dei gruppi di opposizione pareri diversi, accolti dal governo con l’intento confrontarsi poi con la maggioranza per poter continuare il lavoro di dialogo e di sintesi.
Nel corso della sua audizione, il titolare del Mef ha difeso l’impianto del dl Rilancio, definendolo un “grande piano ripresa fatto di riforme e investimenti“. Ci sono innanzitutto le risposte all’emergenza. Come la cassa integrazione in deroga: “Siamo intervenuti per snellire le procedure”, ora “invito le regioni a semplificare il meccanismo” dell’anticipo da parte degli istituti di credito, “rendendo disponibili alle banche gli elenchi della cassa autorizzata”, ha affermato Gualtieri. Che ha sottolineato anche, parlando del decreto liquidità, i ritardi di alcune banche nell’erogare i prestiti garantiti dallo Stato. “Permangono differenze di applicazione delle stesse misure da parte di alcuni istituti bancari che testimoniano come non siano le norme in sé a precludere una tempestiva ed efficiente erogazione dei prestiti garantiti alle imprese”, ha detto il ministro.
Possibili ulteriori risorse per i Comuni – Gualtieri ha affrontato anche alcuni dei nodi del decreto Rilancio: “Avvieremo da subito un tavolo di monitoraggio delle entrate degli enti locali: siamo pronti se necessario a integrare ulteriormente le risorse stanziate”, ha spiegato il titolare del Mef. “Il lavoro è stato ultimato e già venerdì il primo miliardo di euro sarà trasferito a i nostri enti locali, con criteri che aiuteranno i Comuni a determinare l’intero ammontare di risorse”, ha aggiunto. Mentre sulla regolarizzazione temporanea dei lavoratori irregolari, che ha a lungo diviso la maggioranza, ha commentato: “Garantirà soprattutto in questo contesto di emergenza la dignità delle persone, la sicurezza sanitaria, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro“.
Il taglio delle tasse da 4 miliardi per 2 milioni di imprese – Gualtieri ha anche rivendicato come lunedì si sia “concluso il pagamento della seconda tranche” del bonus per circa 4 milioni di autonomi. “Chi è rimasto in coda” per dati mancanti della prima mensilità, “riceverà nei prossimi giorni le rate richieste”, ha aggiunto il ministro dell’Economia. Il bonus salirà per il mese di maggio a 1000 euro ed è confermato anche per i professionisti iscritti alle casse. “Il ministero del Lavoro insieme al Mef sta predisponendo il decreto attuativo per mettere in condizione le casse di erogare i 600 euro nei prossimi giorni e la rata successiva dei 1000 euro”. Per le imprese “l’intervento più rilevante è la cancellazione del saldo 2019 e della prima rata Irap 2020, una misura importante di sostegno, risultato di un dialogo con il mondo produttivo che ha avanzato una richiesta che abbiamo ritenuto giusto sia pure in parte accogliere: riguarderà tutte le imprese fino a 250 milioni e rappresenta un taglio alle tasse da 4 miliardi per circa 2 milioni di imprese”, ha proseguito ancora il ministro.
Linea credito Mes potrebbe superare 2% Pil – “Questo decreto sta dentro un percorso”, ha spiegato Gualtieri, che poi si completerà con “un grande piano riforme e investimenti, una vera e propria strategia per la ripresa” con “piani specifici” per alcuni settori, “penso al turismo come all’automotive” che “auspichiamo potrà anche contare su risorse di un Fondo europeo per la ripresa“. Il ministro ha ricordato che al progetto che la Commissione Ue presenterà “a brevissimo” il governo italiano “ha contribuito con un forte impegno politico“. Gualtieri ha parlato anche della linea di credito attivabile tramite il Mes: “Potrebbe potenzialmente superare anche il 2 per cento del pil che come benchmark è indicato nei documenti attuativi”, ha risposta a una domanda del presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi. Gualtieri ha ricordato che con le risorse del Mes si possono “finanziare le spese sanitarie dirette e indirette e di contenimento del virus”.
L’impegno a realizzare una riforma fiscale – Il nuovo decreto, ha sostenuto sempre Gualtieri, contiene comunque già “alcuni primi elementi importanti che vanno oltre i mesi dell’emergenza, penso alla eliminazione delle clausole di salvaguardia” e all’intervento “su alcuni fattori” per “una ripartenza che sia al passo con le sfide e favorisca la transizione a modelli di sviluppo sostenibile, resilienti e innovativi”. Si tratta, ha ribadito il ministro, di un decreto “che per ampiezza e risorse mobilitate è senza precedenti“. “Il governo – ha poi voluto sottolineare Gualtieri – mantiene l’impegno a realizzare una riforma fiscale ispirata ai principi di semplicità, progressività, riduzione del carico fiscale sul lavoro e l’impresa, digitalizzazione e contrasto all’evasione fiscale“.
Al lavoro sulle regole di accesso a sostegno Cdp – Per quanto riguarda il supporto alla patrimonializzazione delle imprese da parte dello Stato, il ministro dell’Economia ha spiegato che “gli uffici stanno già lavorando alla elaborazione del decreto attuativo con cui saranno definite condizioni, criteri e requisiti di accesso” al sostegno di Cdp. Soluzioni che “dovranno essere discusse con la Commissione europea, con cui le interlocuzioni sono già partite”. Gli interventi del Patrimonio, ha ricordato Gualtieri, “avranno carattere temporaneo in linea con il quadro del temporary framework e avverranno di preferenza tramite strumenti convertibili che combinano flessibilità, impatto positivo sul rating e sullo standing creditizio dell’impresa beneficiaria”. “Grande attenzione sarà rivolta ai profili relativi a impegni accessori e governance anche per l’ipotesi di intervento al di fuori del temporary framework, su questo naturalmente il governo si confronterà con il Parlamento”, ha assicurato Gualtieri.