Scuola

Ivrea sperimenta la scuola all’aperto per i più piccoli: distanziamento, entrate scaglionate e sanificazioni. “Così aiutiamo le famiglie”

L'idea, spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alle politiche sociali Giorgia Pavolo, è nata dall'esigenza dei genitori di trovare un luogo dove lasciare i propri figli mentre sono al lavoro. All'ingresso delle aree in cui si svolgeranno le lezioni si troveranno dei triage per la misurazione della temperatura. La prova durerà quattro giorni, ma l'obiettivo è quello di estenderla alle prossime settimane

La città di Ivrea da domani parte con la “Outdoor Education”, ovvero la scuola all’aperto. È la risposta che l’amministrazione ha voluto dare alle famiglie che sono tornate a lavorare o che si trovano ancora in telelavoro. Da domani fino a venerdì 29, si sperimenterà questo servizio nei giardini delle scuole dell’infanzia “Don Milani” e “Sant’Antonio”. Il progetto si rivolge ai bambini dai 3 ai 5 anni: “I più grandi – spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore alle politiche sociali Giorgia Pavolo – hanno ancora da seguire la didattica a distanza”.

Tutto è stato pianificato per garantire la massima sicurezza: i bambini sono accolti dalle 8 alle 13, con ingressi scaglionati di cinque minuti. All’ingresso c’è un triage in cui viene effettuato il controllo della temperatura a tutti i piccoli. Prima dell’apertura viene fatto un controllo delle aree verdi da utilizzare, mentre dalle 13 alle 14 il personale qualificato provvede alla sanificazione e pulizia di tutte le aree e attrezzature usate. I bagni invece verranno disinfettati dopo ogni utilizzo.

I bambini, venti in totale, saranno suddivisi in quattro gruppi da cinque con ben tre insegnanti qualificati per ciascun team. Quest’ultimi sono dotati di mascherina e in più sono stati sottoposti a test sierologico. I bambini, invece, non portano la mascherina ma devono lavare le mani e il viso più volte al giorno. “Si tratta – spiega l’assessore Pavolo – di una risposta coraggiosa che la nostra amministrazione ha voluto dare alla città. Abbiamo fatto un monitoraggio tra i genitori che frequentano i nostri servizi comunali dedicati ai bambini e abbiamo compreso che avevano la necessità di trovare un luogo sicuro dove lasciare i più piccoli della famiglia. Anche le aziende ci hanno manifestato interesse per questa attività. Noi ci stiamo provando. È un servizio sperimentale ma studiato nei minimi dettagli. Anche i luoghi scelti non sono casuali, ma si tratta di poli dell’infanzia che già usiamo come Comune. La scelta dell’orario è legata al fatto che il pomeriggio i bambini così piccoli sono abituati a fare un riposino e sarebbe stato difficile pensarlo all’aperto”.

Il progetto è stato comunicato anche all’Asl e agli uffici di competenza che si occupano di istruzione. Il costo per le famiglie è di dieci euro al giorno, due euro all’ora, ma non comprende il pasto e la merenda. “Questi quattro giorni saranno per noi – spiega Giorgia Pavolo – importanti per fare eventualmente delle migliorie al progetto. I nostri operatori sono stati formati in questi giorni su come comportarsi e su quali strategie adottare per mantenere le distanze sociali. Stiamo pensando che se tutto andrà bene, come prevediamo, il servizio possa proseguire per altre due settimane così da avvicinarci al periodo dei centri estivi. Per noi è importante aiutare l’economia domestica delle famiglie per dare un volano al nostro territorio. Abbiamo fatto questa scelta con coraggio e ora siamo pronti a portarla avanti nel migliore dei modi perché altre famiglie possano aderire nelle prossime settimane”.