Cinema

Out, per la prima volta in un cartone animato della Disney Pixar una storia d’amore omosessuale tra i protagonisti: si scatena il dibattito

Out è stato creato da Steven Clay Hunter e riprende tutti i grandi classici stilemi dell’animazione recente Disney e Pixar con l’aggiunta dell’inedita esplorazione di genere: è già disponibile in streaming su Disney +

S’intitola Out ed è il primo cortometraggio Pixar a tematica omosessuale disponibile in streaming su Disney+. Protagonista è Greg, un omaccione grande e grosso, barbona rossa e berretta in testa, in procinto di traslocare a casa del proprio compagno. Nel trailer vediamo che a fargli compagnia è un grazioso cagnolino, ma tutto sembra saltare in aria quando all’improvviso alla porta qualcuno suona il campanello. Sono i genitori di Greg, arrivati senza preavviso per aiutarlo a fare scatolone e valigie per il trasloco. Solo una cosa è troppo evidente, e potrebbe perfino far saltare i piani del protagonista: la foto incorniciata presente sul tavolo con lui e il compagno abbracciati.

Apriti cielo. Greg e cagnetto cercano in ogni modo di nascondere la prova della relazione sentimentale che ancora non è stata raccontata a mamma e papà proprio per paura delle reazioni familiari più tradizionaliste. Riuscirà il nostro eroe gay a traslocare e a mettere d’accordo i genitori? Out è stato creato da Steven Clay Hunter e riprende tutti i grandi classici stilemi dell’animazione recente Disney e Pixar con l’aggiunta dell’inedita esplorazione di genere. Solo ne La Bella e la bestia di Bill Condon e in Frozen sono stati messi in scena personaggi apparentemente non etero (LeFou e Elsa), ma è Grege il primo in assoluto a porre al centro dell’attenzione la tematica gay come motore dell’intero racconto.

Come prevedibile, sui social si è già scatenato il dibattito. Chissà cosa ne penserà la giornalista Costanza Marino che al comando di una agguerrita legione di fondamentalisti cattolici si scagliò contro Disney, rea di “propaganda LGBTQ”, cancellando il suo abbonamento e postando la foto del suo dissenso su Facebook. Post prima impostato come pubblico e, per via di insulti e contestazioni, oscurato e mostrato in privato solo per gli amici selezionati.