Le Sardine presenteranno giovedì 28 maggio il loro manifesto valoriale, ormai atteso da mesi. A consegnarlo saranno il leader Mattia Santori e altri tre fondatori: Giulia Trappoloni, Andrea Garreffa e Roberto Morotti. Poi però il movimento però sparirà dai radar: “Prenderemo una pausa di riflessione“: è il messaggio che Santori ha scritto nella chat interna delle Sardine. Lo riferisce Repubblica, raccontando anche i dubbi e la frustrazione del leader, emersi da altri messaggi interne: “Sono conscio che qualcuno preferisce farmi le scarpe e screditare me e le persone che mi supportano”.

Due mesi fa, il 14 e il 15 marzo, a Scampia si sarebbe dovuto tenere il primo raduno nazionale delle Sardine. Sarebbe dovuto essere il punto di partenza di una struttura più definita a tenere le redini del movimento che solo nell’autunno scorso fu capace di attirare migliaia di persone nelle piazze dell’Emilia-Romagna, contrastando la corsa di Matteo Salvini e della Lega alla conquista della presidenza regionale. L’emergenza coronavirus ha congelato ogni progetto, mentre nel frattempo sono emerse le divisioni interne alle Sardine, tra chi vuole continuare a essere un movimento portatore di interessi e chi sogna la conversione in un partito.

Santori appartiene sicuramente alla prima linea di pensiero, anzi ne è il principale sostenitore. “So di essere in minoranza. So che molti di voi non si sentono a proprio agio nella dimensione puramente etica e culturale della politica – è un altro messaggio del leader riportato da Repubblica – Non vi bastano le piantine. Avete idee molto strutturate. Sapete un sacco di cose. Vi invidio per questo. Ma sento che più prendiamo la direzione politica più finiamo per imitare gli altri“, scrive Santori.

Le piantine che cita, ovvero la raccolta fondi per aiutare la cultura a Bologna, sono state una delle poche iniziative che hanno fatto parlare delle Sardine durante la pandemia. Per il resto sono state soprattutto polemiche, per la foto con i Benetton o per la partecipazione ad Amici. Da qui il disincanto di Santori e la voglia di fermarsi a riflettere, per decidere quale sarà il futuro delle Sardine: “Il manifesto valoriale è pronto. Ma abbiamo capito che un manifesto politico oggi porterebbe a nuovi litigi, a tante incomprensioni e una marea di chiacchiere sterili. Stessa cosa per la struttura. È necessario organizzarci, ma la struttura a cui abbiamo lavorato è oggettivamente precoce per un gruppo di persone che manco si fidano tra loro“.

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