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Coronavirus, il governatore della Lombardia Fontana convocato dalla procura di Bergamo come persona informata sui fatti

Il presidente verrà sentito nei prossimi giorni. I magistrati dell'ufficio inquirente orobico che indagano sulla mancata chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, sui morti nelle Residenze per anziani e che stanno effettuando approfondimenti sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca
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Attilio Fontana sarà ascoltato come persona informata sui fatti dalla procura di Bergamo. Il Presidente della Regione Lombardia è stato convocato dai magistrati dell’ufficio inquirente orobico che indagano sulla mancata chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, sui morti nelle Residenze per anziani e che stanno effettuando approfondimenti sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca. Il governatore verrà sentito nei prossimi giorni.

La procura di Bergamo ha aperto un fascicolo ipotizzando l’epidemia colposa. Gli accertamenti puntano a stabilire eventuali responsabilità seguendo due percorsi di indagine: il trattamento dei primi pazienti positivi ricoverati da più giorni vicino ad altri degenti, e la decisione, presa il 23 febbraio, di chiudere e poi riaprire dopo poche ore il pronto soccorso. Mentre a Codogno (Lodi), uno degli undici comuni cinturati nella zona rossa dal governo, l’ospedale veniva sigillato e sanificato. Una decisione che nelle settimane in cui i morti nella provincia di Bergamo sono aumentati esponenzialmente appare più che mai incomprensibile. All’inizio di aprile i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Brescia, competenti anche sul territorio bergamasco, hanno acquisito una serie di documenti all’ospedale Pesenti-Fenaroli.

L’indagine di Bergamo è una delle inchieste perte dalle procure lombarde sull’evoluzione del contagio da coronavirus. Il procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, nel cui distretto di Corte d’Appello ricadono diverse procure lombarde, ha spiegato nei giorni scorsi che i fascicoli sono “eterogenei” – cioè che vi sono anche quelli contro ignoti, quelli relativi a fatti non costituenti notizie di reato e quelli riguardanti esposti anonimi – e ciò dipende dalle “modalità di formulazione delle ‘notizie’” pervenute alle procure.

In alcuni fascicoli, invece, ci sono già indagati. Non sarebbe il caso delle inchieste aperte nella procura di Brescia, ma in altre del distretto che comprende le procure di Cremona, Bergamo e Mantova. Nelle numerose denunce presentate alle procure del distretto di Corte d’appello sono segnalati anche “rappresentanti del Governo e della Regione”, ha aggiunto Rispoli. Gli amministratori regionali vengono citati in riferimento alle delibere dell’8 marzo scorso con cui si chiedeva alle Rsa di istituire dei reparti Covid-19 e alla mancata istituzione della ‘zona rossa’ nei comuni di Alzano Lombardo e di Nembro. Il magistrato ha fatto il punto sulle indagini e sulla loro complessità sottolineando che altre denunce riguardano “organi di gestione” di ospedali e Rsa e “personale sanitario e infermieristico a vari livelli”. In ogni caso, Rispoli ha ricordato che l’iscrizione nel registro degli indagati “non comporta in alcun modo una valutazione di responsabilità della persona iscritta” che “si compie solo alla fine delle indagini”.

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