È quanto prevede un emendamento presentato dai senatori Pd Franceso Verducci, Vanna Iori e Roberto Rampi e approvato in Commissione Cultura e Istruzione.
Dal prossimo anno scolastico la valutazione finale degli alunni nella scuola elementare non sarà più espressa con i voti numerici ma con un giudizio. È quanto prevede un emendamento presentato dai senatori Pd Franceso Verducci, Vanna Iori e Roberto Rampi e approvato in Commissione Cultura e Istruzione. “L’emendamento prevede che nella scuola primaria i bambini non possano essere considerati dei numeri. Dare un 4 può essere un macigno pesante da comprendere mentre una valutazione più complessiva prende in considerazione le caratteristiche del bambino. Ovviamente vanno trovate le parole adeguate e la valutazione va fatta in termini di giudizio sintetico”, spiega la senatrice Iori all’Ansa. “Il giudizio tiene conto della specificità e della individualità di ogni singolo bambino – aggiunge – mentre il voto numerico livella e rende tutti uguali, anche se ci sono diverse motivazioni dietro a quel voto”.
“L’emendamento approvato in commissione al Senato sulla cancellazione dei voti in pagella durante il ciclo della scuola primaria, proposto dal Pd, è un errore e un ritorno al pregiudizio. Contro gli insegnanti – che certo non abusano nei confronti di bambini fra 6 e 10 anni di voti clamorosamente negativi – contro il merito e contro i bambini. Adesso torneranno i giudizi- afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.- Una singolare priorità questa della cancellazione dei voti, in un momento in cui la scuola è stata gettata nel caos dalla pandemia e da un ministro inadeguato. C’è grande voglia di sei politico: ma il ’68 è passato da un pezzo anche se qualcuno finge di dimenticarselo”.
Una novità che arriva in un’altra giornata intesa sul fronte scuola. Dopo giorni di accordi presi e poi stracciati, è stata finalmente raggiunta l’intesa tra le forze di maggioranza sul concorso straordinario, che riguarda complessivamente 32mila docenti che insegnano da almeno 3 anni nelle scuole italiane. Il nuovo accordo raggiunto oggi prevede che il concorso straordinario – che si farà dopo l’estate, presumibilmente in ottobre, al massimo a novembre -, non sia fatto più di test ‘a crocette’ ma composto di una prova scritta con quesiti a risposta aperta. Chi parteciperà potrà svolgere la prova anche in un posto diverso rispetto a dove concorre. La prova deve essere superata con un punteggio minimo di sette decimi ed è distinta per classi di concorso e tipologia di posto. Per i posti comuni il concorso mira alla valutazione delle conoscenze e delle competenze disciplinari e didattico metodologiche nonché alla comprensione di un testo in lingua inglese. Per i posti di sostegno, mira alle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di disabilità, nonché alla capacità di comprensione del testo in lingua inglese. Intanto il ministero dell’Istruzione ha sospeso la presentazione delle domande di partecipazione che doveva avvenire da domani.