La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha confermato l’ergastolo per Norbert Feher, meglio conosciuto come Igor il Russo. La sentenza sul serbo detenuto in Spagna, accusato degli omicidi del barista di Budrio Davide Fabbri, del volontario di Portomaggiore Valerio Verri e del tentato omicidio dell’agente provinciale Marco Ravaglia tra l’1 e l’8 aprile 2017, è stata letta dal presidente della Corte, Orazio Pescatore, nell’aula Bachelet dopo un’ora e mezza di camera di consiglio. L’uomo è stato assolto da un’imputazione per tentata rapina ai danni di un pachistano, anche se questo non ha influito sulla pena. L’udienza è iniziata in ritardo per un problema con il videocollegamento da La Coruna, ma l’imputato ha deciso di non presenziare anche in video, definendo la sua presenza non fondamentale.
Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore generale, Valter Giovannini, che ha chiesto alla Corte la conferma dell’ergastolo, ha definito Feher un “feroce carnefice” al quale i giudici avrebbero dovuto “far sparire quel ghigno” dalla faccia: “Abbiamo visto ghignanti sorrisi sparire al cospetto del tunnel carcerario dal volto di tanti analoghi e feroci assassini – ha detto – Fatalmente accadrà anche per costui che mai, dico mai, ha speso mezza parola di rimorso per quanto fatto e di rispetto per le persone del tutto incolpevoli verso le quali si è autopromosso feroce carnefice. Fate spegnere lentamente, applicando la legge, quel ghigno nei prossimi lunghi decenni che Igor passerà in carcere”.
Il Procuratore ha poi aggiunto che “tra i criteri di valutazione della personalità e quindi per adeguare la pena rientra obbligatoriamente il comportamento ‘post delictum’. Ebbene, fuggito dalla Spagna costui cosa fa? Rapina e poi ammazza a sangue freddo altre tre persone”. Igor, prima di essere arrestato, assassinò due agenti della Guardia Civil e un allevatore, nella zona di Teruel, in Aragona. In precedenza aveva tentato di uccidere altre due persone.
Giovannini ha poi mostrato le foto del processo spagnolo, dove il killer serbo sorride e con le dita fa il segno della vittoria: “Dalle aule di giustizia spagnole – ha detto – ci sono giunte immagini che lo vedono con una mimica facciale tra il sorriso e il ghigno. Complessivamente compiaciuto di essere al centro di tanto interesse mediatico. Ma poi i riflettori, già più flebili oggi, si spegneranno definitivamente. E rimarranno solo i decenni e decenni di pena da espiare”.
Nell’aula di Bologna era presente anche Ravaglia, che venne ferito nell’agguato di Portomaggiore dell’8 aprile, mentre non c’erano i familiari di Verri, rappresentati dall’avvocato Fabio Anselmo, né del barista di Budrio Fabbri, assistiti dall’avvocato Giorgio Bacchelli. Feher è difeso dall’avvocato Luca Belluomini, che nell’atto di appello ha chiesto la perizia psichiatrica.