Una ragazza iraniana di 13 anni è stata decapitata nel sonno da suo padre, dopo aver tentato di fuggire con il suo ragazzo. Si chiamava Romina Ashrafi ed è una delle vittime del delitto d’onore che è ancora in vigore in Iran.
La vicenda è avvenuta nella piccola città di Haviq, capitale del distretto di Haviq, nella contea di Talesh, nella provincia di Gilan. Secondo i media locali la ragazza era scappata di casa dopo che il padre si era rifiutato di accettare la sua relazione con Bahman Khavari, un uomo di 35 anni di cui si era innamorata. I familiari dei due giovani avevano sporto denuncia e ostacolato questa loro relazione: Romina era stata convocata dalla polizia locale e il giudice aveva deciso di rimandarla a casa malgrado la ragazza avesse spiegato alle autorità che il temperamento di suo padre era molto violento e che la sua vita sarebbe potuta essere in pericolo una volta tornata in famiglia.
Romina aveva ragione. La notte dello scorso 21 maggio 2020, mentre dormiva suo padre ha preso una falce e le ha tagliato la testa. Il giorno dopo è andato alla stazione di polizia ha confessato l’omicidio portando con sé l’arma del delitto. Il governatore di Talesh ha detto all’agenzia di stampa statale Irna che il padre della ragazza è ora in custodia e che c’è un indagine in corso i cui dettagli saranno resi pubblici dopo il processo legale.
Il caso da qualche giorno sta creando indignazione in tutto il paese e i social si stanno attivando per divulgare il più possibile la notizia chiedendo una pena certa per il padre di Romina. Una locandina funebre che annuncia l’avvenuta morte di Romina Ashrafi è stata ampiamente diffusa sui social media in cui si legge che si sarebbe celebrata una “festa del lutto”.
Il deputato dell’organizzazione assistenziale per gli affari sociali della provincia di Gilan, Reza Jafari, ha descritto l’omicidio come “un esempio di palesi violazioni dei diritti dei bambini” ed ha affermato che il suo dipartimento “farà ogni sforzo per garantire i diritti del bambino. Inoltre, sulla base dell’articolo 5 della legge sulla protezione dei minori, anche la procura è intervenuta per indagare sul caso “.
In realtà, ai sensi dell’articolo 220 del codice penale islamico, il padre di Romina non potrà essere punito con la pena di morte, come previsto per tutti i casi di omicidio in Iran, perché questo rientra nel reato di delitto d’onore. Se avviene l’omicidio di un membro di una famiglia, a causa della credenza da parte degli autori che la vittima abbia arrecato vergogna o disonore alla famiglia o abbia violato i principi della comunità, il delitto viene valutato in maniera diversa da tutti gli altri crimini della stessa entità.
Il ragazzo di Romina, secondo il sito web di Maidan che lo ha intervistato, ha riferito che le famiglie si opponevano alla loro relazione ma non si hanno ulteriori notizie.
Eppure una relazione tra una tredicenne e un trentacinquenne ovunque sarebbe condannata, ma questo non avviene in Iran dove vige la Sharia, la legge islamica, che considera una ragazza di 13 anni pronta per il matrimonio. Secondo l’articolo 1041 del codice civile iraniano, infatti, l’età minima prevista dalla legge per il matrimonio di una ragazza è di 13 anni. Tuttavia, un padre o un nonno paterno possono dare legalmente in moglie ragazze di età inferiore a una persona di loro scelta con il permesso del tribunale.
Nel frattempo, l’agenzia di stampa Rokna ha scritto che il vice presidente della Repubblica islamica, Masoumeh Ebtekar, ha citato Hassan Rouhani emettendo un “ordine speciale” per indagare sull’omicidio. Visto che l’Iran è stato firmatario del Patto internazionale sui diritti civili e politici e della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, le autorità iraniane sono obbligate a proteggere donne e bambini dalle violazioni dei diritti umani, inclusa la violenza domestica e i matrimoni forzati, di cui sono responsabili attori non statali.
Ogni anno in Iran donne e ragazze vengono uccise dai loro parenti maschi con il pretesto di difendere il loro onore. Il numero esatto dei cosiddetti delitti d’onore in Iran non è noto ma nel 2014 un funzionario della polizia di Teheran aveva riferito che il 20 per cento degli omicidi in Iran erano proprio omicidi d’onore: “Secondo le statistiche, nel 2013, il 18,8 percento degli omicidi è stato motivato da onore e scuse legate alla religione, e le province di Khuzestan, Fars e Azarbaijan orientale sono tra le province con il maggior numero di omicidi”, ha spiegato Khabar Online.
I crimini d’onore hanno maggiori probabilità di verificarsi in zone rurali dell’Iran dove vivono minoranze etniche stanziate vicino alle zone di confine, ma i dati e le statistiche sono davvero poco affidabili.