Dopo il vice ministro per la Salute Pierpaolo Sileri, ora anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana sono stati messi sotto scorta a causa del clima d’odio che si è creato intorno a loro nelle ultime settimane di emergenza coronavirus. L’annuncio della scorta a Sileri è arrivato nella serata di martedì e questa mattina hanno fatto seguito le notizie delle misure di protezione adottate anche nei confronti di Azzolina e Fontana.
In particolare, la ministra dell’Istruzione “oltre ad insulti sessisti ha subito delle minacce per il concorso. Hanno tentato di hackerarle il profilo Facebook e il conto corrente“, come ha fatto sapere Bianca Laura Granato, senatrice M5s e componente della VII Commissione Istruzione in Senato. “Sulla scuola si è venuto a creare un clima intollerabile, che poteva e doveva essere evitato – ha commentato in una nota il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi -. Al ministro Azzolina proprio in questi giorni è stato deciso di assegnare la scorta e a lei va tutta la solidarietà e vicinanza mia e del Movimento 5 Stelle. Agli attacchi e provocazioni strumentali nei suoi confronti, recentemente si sono aggiunti inaccettabili insulti sessisti e minacce, anche da parte di presunti insegnanti. Lucia Azzolina è un ministro competente e coraggioso, andiamo avanti insieme a testa alta nel percorso di cambiamento e di sostegno alla scuola italiana”.
Il governatore Fontana invece è stato messo sotto scorta dalla Prefettura di Varese per le intimidazioni ricevute in questi giorni, non solo sul web, ma anche con due murales con scritto ‘Fontana assassino’ e firmati dai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo). La decisione – ha tenuto a precisare il governatore – è stata presa senza che lui ne avesse fatto richiesta. “Alcuni quotidiani oggi scrivono che mi è stata assegnata la scorta. Confermo la notizia e sottolineo che non si tratta di una richiesta, ma di una decisione posta in essere dalle autorità competenti – ha spiegato sui social -. Per me non cambia nulla, il mio lavoro prosegue con la stessa determinazione di sempre. Per il bene dei lombardi e della Lombardia”.
Il legale di Fontana, l’avvocato Jacopo Pensa, ha fatto sapere inoltre che “stiamo raccogliendo decine e decine di minacce sui social network, sono tantissime e fanno parte di questo clima d’odio”. Il legale ha chiarito che nei prossimi giorni finirà di completare la raccolta delle minacce on line (dove compaiono post con su scritto anche ‘Fontana devi morire’ o ‘devi fare una brutta fine’ e nei quali si contesta la gestione dell’emergenza sanitaria) e poi depositerà una denuncia in Procura a Milano, dove è già aperta l’indagine del capo del pool dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili sulle scritte dei Carc. Antagonisti che, tra l’altro, hanno rivendicato più volte di essere gli autori dei murales e si sono detti “pronti” ad azioni dello stesso genere.